Il mondo ha segnato un nuovo record nella storia dell'umanità. Non un record di cui andare fieri tuttavia, bensì un traguardo che dovrebbe farci riflettere sulla gravità della situazione climatica attuale. Questo martedì, l'osservatorio di Mauna Loa ha registrato per la prima volta una quantità di anidride carbonica nell'atmosfera superiore alle 410 parti per milione. Erano milioni di anni che l'anidride carbonica (o diossido di carbonio) non raggiungeva simili livelli di concentrazione.
Già l'anno scorso la NASA comunicava che mai, nell'ultimo millennio, si erano registrati ritmi di riscaldamento come quelli attuali.
Secondo il capo dei climatologi della NASA Gavin Schimdt, è "molto improbabile" che si possa riuscire a mantenere un ritmo di riscaldamento al di sotto di 1,5-2 gradi centigradi, la soglia concordata alla Conferenza Mondiale dell'ONU sul clima a Parigi.
La terra continua a scaldarsi
Solo nel 2016 la temperatura media globale ha registrato un picco di 1.38 gradi Celsius rispetto alla temperatura sperimentata nel 19° secolo. Oltre questa soglia, il riscaldamento globale potrebbe provocare effetti devastanti e irreversibili su tutto il pianeta. Tutte le crisi che stiamo vivendo oggi, da quelle economiche a quelle dell'immigrazione, diventerebbero insignificanti paragonate a quella del clima, se si dovessero raggiungere quei livelli critici.
Con questo ritmo di crescita, secondo la NASA nei prossimi cento anni il pianeta si riscalderà almeno 20 volte più velocemente rispetto alla media storica.
Anche l'ONU mostra profonda preoccupazione per la situazione climatica che sta sempre più peggiorando. Nel 2015 si era superata la soglia dei 400 ppm. Tale crescita era in parte dovuta all'evento El Nino, un fenomeno climatico occasionale.
"Mentre l'evento El Nino scompare, i cambiamenti climatici restano" spiega il segretario generale dell'Organizzazione Meteorologica Mondiale Petteri Taalas. Sono diversi i gas rilasciati nell'atmosfera da attività umane che contribuiscono all'effetto serra, ma "il vero elefante nella stanza è l'anidride carbonica, che rimane nell'atmosfera per migliaia di anni e negli oceani ancora più a lungo".
Foresta amazzonica sotto attacco
A diminuire i livelli di co2 nell'atmosfera contribuiscono in larga parte le piante. Tuttavia, una delle più grandi foreste del mondo, la foresta amazzonica, è costantemente minacciata. La scorsa settimana, alcuni politici brasiliani hanno avanzato delle proposte di legge che ridurrebbero la protezione di 1,1 milioni di ettari di foresta amazzonica - un'area più grande dell'intera Giamaica. Ricategorizzando quest'area, compagnie agricole, minerarie e del settore energetico sarebbero in grado di distruggere la foresta. In questi tentativi di togliere protezione alla foresta amazzonica, il Brasile sta danneggiando sia la foresta stessa sia le comunità che ci vivono, oltre che diminuendo le nostre possibilità di creare un clima stabile.
Il diossido di carbonio, un gas serra ,è il principale fattore inquinante che sta riscaldando la terra. Il calore che arriva dal sole tramite radiazioni riscalda la terra permettendo alle forme di vita di esistere. Gran parte di questo calore viene riflesso dalla terra nello spazio, impedendo così che il pianeta si riscaldi eccessivamente. Un gas serra trattiene il calore che la terra normalmente rifletterebbe, riscaldando così il globo.
Come diminuire le emissioni?
L'anidride carbonica viene rilasciata in grandi quantità nell'atmosfera quando bruciamo carboni fossili come il petrolio. Ormai la maggior parte delle persone è d'accordo sulla necessità di prendere provvedimenti per diminuire le emissioni di diossido di carbonio.
A livello personale, possiamo usare meno l'auto e l'aereo, riciclare e conservare per diminuire il nostro impatto sul clima. Su più larga scala, i governi stanno prendendo misure adeguate per limitare le emissioni. L'Accordo di Parigi, un accordo volontario siglato da 118 paesi il 4 novembre 2016, è uno dei più grandi sforzi messi in atto per combattere il cambiamento climatico.
Il 22 aprile c'è stata la Giornata della Terra, e in centinaia di migliaia si sono riversati nelle strade di tutto il mondo per sostenere la scienza e proteggere la terra. L'attacco di Trump alle istituzioni ambientali è preoccupante, e ciò non coinvolge solo l'America ma l'intero pianeta. In tutto il mondo, i governi hanno il dovere di favorire una crescita sostenibile.
Perché ormai è chiaro, gli effetti del cambiamento climatico si faranno sentire, e non in un futuro lontano, ma già tra 50 anni; per questo tutti noi abbiamo l'obbligo morale di fare tutto il possibile affinché le conseguenze siano le meno disastrose possibile.