Il bacino del Mediterraneo e l’italia rappresentano delle aree dove i cambiamenti climatici in atto avranno un impatto maggiore e potenzialmente più disastroso rispetto ad altre zone del pianeta. In questa parte di mondo, dove oltre 500 milioni di persone (in circa trenta Paesi fra Europa, Africa e Asia) trovano dimora, sarebbe di cruciale importanza restare al di sotto degli 1,5 gradi di aumento della temperatura, punto limite fissato durante gli Accordi di Parigi sul Clima e che solitamente fa pensare solamente alla sommersione delle Isole dell’Oceano Pacifico.
L'Italia tra le prime vittime del riscaldamento globale
Ebbene, tale soglia riguarda strettamente anche noi, così come affermato alla Camera dei Deputati dalla deputata Pd S. Bianchi, nel corso di una conferenza stampa insieme agli scienziati dell Ipcc (organismo intergovernativo sui cambiamenti climatici) R. Valentini e A. Navarra, P. Onufrio (Greenpeace), E.Zanchini (Legambiente) e M. G. Midulla (Wwf).
Il fatto che tali mutamenti siano, qui dalle nostre parti, più repentini che in altre parti del globo, potrebbe avere delle conseguenze pesanti o addirittura drammatiche: una maggiore evaporazione delle acque porterà inevitabilmente ad una maggiore salinità delle stesse, si verificherà un aumento del livello del mare da sette a dodici centimetri tra il 2021 e il 2050, ci saranno ripercussioni sui bacini idrografici (si ridurranno le riserve di acqua potabile!) e un importante scioglimento dei ghiacciai sulle Alpi, zone che diverranno aride e deserte (per l’aumento delle temperature e la diminuzione delle piogge), con addirittura metà del territorio della nostra penisola (Basilicata, Sardegna, Marche, Sicilia, Molise, Emilia Romagna e Puglia) a rischio di degrado e di desertificazione.
Stagioni impazzite, con inverni anomali ed estati caratterizzate da terribili ondate di calore.
Potrebbero verificarsi 'uragani mediterranei'
Ma non finisce qui. Arriveranno, infatti, i “medicanes”, gioco di parole per unire “Mediterranean” e “Hurricanes” (uragani), ovvero delle tempeste sinora tipiche dell’Oceano Pacifico, veri e propri cicloni, con frane e alluvioni.
A tutto ciò, si sommeranno la perdita di biodiversità -qui in Italia doppia rispetto a quella che si verificherà negli altri paesi europei-, un cambiamento riguardante gli ecosistemi marini con un’acidificazione delle acque e la conseguente introduzione di specie “aliene”, l’avvento di varie malattie dovute al nuovo clima come quelle trasmesse da insetti vettore e tossinfezioni alimentari, con importanti effetti sulla Salute dell’uomo.
E le nostre città? Anche quelle sono a rischio: gli eventi climatici non faranno altro che amplificare le criticità pregresse delle nostre metropoli, andando ad accrescere le i problemi di drenaggio o i rischi idraulici; l’assenza di verde urbano farà ulteriori danni. E non sono da escludere lesioni alle infrastrutture.