Fonti ufficiali del Parco Nazionale Wakatobi in Indonesia, riferiscono del ritrovamento di un capodoglio nelle acque vicine all'isola Kapota. Le cause della morte sono ancora oscure, ma il cetaceo lungo nove metri e mezzo aveva nello stomaco 6 kili di rifiuti di plastica, inclusi 115 tazze, 4 bottiglie, 25 sacchetti, sandali e più di altri mille pezzi di plastica. Il parco è famoso tra i sommozzatori per la presenza di un esteso reef e per la varietà della fauna marina che comprende razze e cetacei. Il ritrovamento è avvenuto lunedì, dice Heri Santoso direttore del parco, quando gli ambientalisti hanno riferito che gli abitanti del luogo stavano iniziando a smembrare la carcassa; lo scheletro della balena verrà seppellito, mentre i resti verranno utilizzati a scopo di studio dall'accademia marina locale.
Il coordinatore del WWF per la protezione delle specie marine in Indonesia, Dwi Suprapti, afferma non sia possibile determinare se le cause della morte siano da ricondurre alla quantità di plastica ritrovata nel cetaceo, a causa dell'avanzato stato di decomposizione. In giugno il ritrovamento di una balena pilota in Tailandia con 80 pezzi di plastica nello stomaco aveva generato interesse tra i media locali ma ancor più nel resto del mondo.
La situazione rifiuti in Indonesia
Secondo uno studio del 2015 curato dall'associazione ambientalista Ocean Conservancy e dal McKinsey Center for Business and Environment, Cina, Indonesia, Filippine Vietnam e Tailandia sono responsabili del 60% della dispersione di rifiuti di plastica negli oceani.
L'Indonesia, con una popolazione di 260 milioni di persone, è al secondo posto dopo la Cina per produzione di rifiuti di plastica da parte delle popolazioni che vivono nelle zone costiere (fonte Science gennaio 2018), e si è impegnata ad investire un miliardo all'anno per ridurre i rifiuti di plastica del 70% entro il 2025.
Con una produzione di 3.2 milioni di tonnellate di plastica, gli interventi delle autorità devono rivolgersi all'istruzione della popolazione e a disincentivare l'utilizzo di sacchetti di plastica.
ll boom economico ha portato la diffusione di involucri e imballaggi di plastica che hanno sostituito materiali biodegradabali quali la foglia di banano utilizzati fino a poco tempo fa; in Indonesia, come molti Paesi in via di sviluppo, governo ed enti locali si sono trovati quasi improvvisamente a dover far fronte a montagne di rifiuti senza avere né la capacità né gli impianti e le attrezzature per gestire una raccolta e conferimento dei rifiuti degne di questo nome, per non parlare del riciclo e del riuso che sono praticamente sconosciuti in molte aree.
Un reportage BBC andato in onda ad aprile di quest'anno e firmato da David Shukman mostra montagne di plastica che sovrastano interi corsi d'acqua e le autorità che cercano di intervenire invano perché la quantità di rifiuti che si accumula è più veloce della capacità di smaltimento, alimentata dall'abitudine della popolazione di gettare gli imballaggi lungo fiumi e canali così come era concesso fare quando si utilizzavano materiali biodegradabili.