"Ice-ClimaLizers" è il nuovo progetto sullo studio dei cambiamenti climatici finanziato dal Programma Nazionale per la Ricerca in Antartide (Pnra) e dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca italiano, legato alla 34esima spedizione italiana in Antartide.

Il programma di ricerca ha mosso i suoi primi passi fra il 3 e il 29 novembre scorso presso la stazione "Mario Zucchelli" situata a Tethys Bay, sulle coste del Mare di Ross, con la costruzione del laboratorio. Il team di questa prima missione ha visto la partecipazione di Chiara Lombardi e Giancarlo Raiteri dell'Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile), Edoardo Spirandelli e Giorgo Bruzzone del CNR-INM e Piotr Kuklinski dell'Iopn (l'Istituto di oceanologia di Sopot, in Polonia).

Lo studio si baserà sull'analisi di alghe coralline e piccoli invertebrati

"Ice-ClimaLizers" (Antarctic biomineralizers as proxies of climate change) è in assoluto il primo progetto sui cambiamenti climatici basato sulla marcatura e sull'analisi di piccoli invertebrati e alghe.

Nello specifico, Chiara Lombardi - ricercatrice del laboratorio Enea di "Biodiversità e Servizi Ecosistemici" presso il Centro ricerche di Santa Teresa (La Spezia) - e Piotr Kuklinski si sono immersi sotto una superficie di ghiaccio spessa 2.7 m, ad oltre una ventina di metri di profondità, dove la temperatura delle acque del Mare di Ross era di -1.8 °C per raccogliere esemplari di briozoi, piccoli invertebrati, e alghe coralline.

Questi sono stati analizzati per rilevare i primi dati, e marcati per segnalare l'inizio dell'esperimento, dopodiché sono stati fotografati e ricollocati sul fondale marino all'interno di dodici gabbie dotate di sensori in grado di registrare alcune indicazioni come quelle relative a luce e temperatura.

"Attraverso processi fisiologici complessi, questi organismi sono in grado di formare uno scheletro di carbonato di calcio, che contiene all'interno le informazioni relative alle condizioni ambientali in cui si è formato", ha spiegato Chiara Lombardi al Corriere della Sera.

Per garantire la sicurezza di queste immersioni, i ricercatori sono stati affiancati da subacquei della Marina Militare (Comsubin - Comando Subacquei ed Incursori della Marina Militare) ed è stato utilizzato un sottomarino Rov a comando remoto per l'esplorazione degli ambienti marini fino a 120 metri di profondità.

Cambiamenti climatici: le risposte verranno dal fondale marino

Il laboratorio sottomarino sarà operativo per 12 mesi, ed una sonda inserita nell'intelaiatura della struttura in alluminio - realizzata dai tecnici della "Mario Zucchelli" - permetterà di registrare i principali dati ambientali quali pH, temperatura, ossigeno, intensità luminosa e conducibilità.

Al termine di quest'anno, durante la 35esima spedizione del Pnra, le gabbie e la sonda multi-parametrica verranno rimosse per permettere il confronto dei dati degli organismi con quelli ambientali, studiare i processi di biomineralizzazione, ed anche per comprendere il potenziale di adattamento negli oceani del futuro.

"Il clima della penisola antartica si sta modificando in modo rapido e ci si attende che l'oceano meridionale sia vulnerabile agli effetti dell'acidificazione. È perciò fondamentale conoscere le risposte di organismi come le alghe, per salvaguardare la biodiversità ad essi associata", ha concluso la ricercatrice dell'Enea.