L'emergenza climatica denunciata dai giovani ha prodotto ammirazione, ma anche cinico scetticismo. Di certo è stata una massa enorme a muoversi questa volta. Questa volta la tirata d'orecchie è passata tramite la rete e le piazze. Il tema del riscaldamento globale è stato abbracciato anche da due giovani studenti genovesi che hanno lanciato sul mercato "l'orologio green".

Giovani che gridano, adulti che fanno fatica a sentire

Giovani che si fanno sentire, adulti che provano a distorcere il loro messaggio. Giovani che fanno rete per diffondere un messaggio d'emergenza e adulti che reagiscono come bambini inneggiando al complotto e atteggiandosi cinicamente.

Eppure il 99% dei climatologi confermano l'allarmismo che si riflette dalle manifestazioni. E confermano anche le diagnosi e le cure necessarie da adottare. C'è chi parla di un nuovo '68, ma anche questa etichetta sarebbe riduttiva nei confronti di un movimento senza precedenti. Sarebbe riduttiva in quanto questo movimento non vuole semplicemente spezzare i legami con le generazioni precedenti, ma anzi vuole trarre dà esse la lezione più importante, quella che neanche gli stessi adulti sono riusciti a far propria, cioè: salvare il pianeta.

Non c'è una pianeta B sul quale trasferirsi e l'emergenza è tale che bisogna agire in fretta. Le considerazioni di chi risponde all'ambientalista affermando che l'utilizzo di un solo bicchiere di carta non può, comunque, cambiare le sorti della terra, non valgono più come giustificazione, non adesso che a volere una svolta su questi temi sono i diretti interessati, quelli che sul pianeta dovranno restarci quando gli adulti saranno passati a miglior vita.

Sono infatti 2000 le città che hanno ospitato le manifestazioni dei giovani in lotta per l'Ambiente, per un coinvolgimento di 120 paesi di tutti i continenti. In Italia le città coinvolte sono state 235.

L'orologio green

I giovani hanno dunque fatto tanto, nonostante ai minorenni non sia permesso votare, in Italia è stato lanciato l'hashtag #CariPolitici.

Hanno anche pubblicato una lettera il 5 marzo che avvisava:"Ci avete deluso in passato e temiamo continuerete a deluderci anche in futuro; abbiamo cominciato a muoverci e non ci fermeremo più". Ma c'è anche chi contrasta il fenomeno del riscaldamento globale adoperando la creatività e la produzione. Il tema dell'ambiente è stato preso a cuore anche da due studenti genovesi, Carlo e Umberto.

I due giovani italiani si sono inventati l'orologio green, che Bacàn ha subito finanziato. “Bacàn, the watch that saves the planet è il loro slogan, che la piattaforma americana Kickstarter ha sposato immediatamente e così, in solo 10 ore, la campagna è giunta al traguardo che si era prefissato.

L'orologio elaborato dal gruppo di studiosi genovesi, appoggiati dal dottor Giorgio Ponte, anch'esso coinvolto nel progetto, mira ad avere un impatto tanto sull'ambiente quanto nel sociale. Il progetto, infatti, coinvolge attivamente gli acquirenti dell'orologio, grazie a un programma di partnership con diverse Ong. Il piano d'azione è questo: acquistando un orologio verde si contribuirà a piantare un albero in una zona in via di deforestazione; con l'acquisto di un orologio blu, verrà pescato un kg di plastica dall'oceano; i modelli rosso e bianco sosterranno la salvaguardia del corallo australiano e la riduzione di CO2 causate dal traffico aereo.