I mass media già da tempo lanciano allarmi sull'abuso di antibiotici e dell'effetto negativo sul nostro sistema immunitario. A questo problema ora si aggiunge anche l'inquinamento ambientale da antibiotici.

Una ricerca della Università di York, presentata recentemente al Society of Environmental Toxicology and Chemistry ad Helsinki, ha analizzato i fiumi di 72 paesi diversi del mondo, scoprendo che nel 65% dei casi erano presenti antibiotici oltre la soglia limite. I fiumi più inquinati sono in Africa e Asia, in particolare in Bangladesh, dove il livello di sostanze nocive ha superato più di 300 volte il limite.

In Europa nell'8% dei siti si supera il livello soglia, in particolare nel Danubio e Tamigi. Ma non c'è da stare sereni neanche con un basso livello di antibiotici nell'acqua perché gli effetti sono comunque importanti, come fa notare lo scienziato William Gaze.

Le conseguenze

Uno degli scienziati, Alistair Boxall, sostiene che in alcune aree gli antibiotici hanno raggiunto un livello tale da aumentare la resistenza di alcuni ceppi batterici. La conseguenza è che le attuali medicine non saranno più in grado di curare infezioni ora facilmente trattabili.

Le Nazioni Unite lanciano il monito: è un'emergenza sanitaria globale, la resistenza agli antibiotici porterà alla morte 10 milioni di persone entro il 2050.

L'Ema (l'Agenzia europea per i medicinali) corre ai ripari invitando le aziende farmaceutiche a sviluppare medicinali più efficaci. Secondo gli ultimi dati rilasciati dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), circa 700mila persone ogni anno muoiono a causa di infezioni resistenti ai farmaci.

Quali antibiotici inquinano le acque?

Il metronidazole, usato per le infezioni vaginali, è quello che ha raggiunto il picco più alto (300 volte più presente del consentito) inquina in modo particolare il Bangladesh. Da noi, in Europa, si è trovata un'alta concentrazione di Clarithromycin, usato per le infezioni delle vie respiratorie, soprattutto nel Danubio, che risulta essere il fiume europeo più inquinato.

Nel Tamigi, invece, primeggia il Ciprofloxacin, utilizzato per le cure delle infezioni della pelle e dei tratti urinari. Tutte queste sostanze raggiungono il suolo e l'acqua attraverso gli scarichi fognari e dalle perdite negli impianti di trattamento delle acque. Ed è proprio a causa dell'inefficienza o dell'assenza di tali impianti che il problema risulta essere più diffuso nei paesi in via di sviluppo.

La ricerca della Univeristà di York proseguirà ora nell'analizzare l'inquinamento da antibiotici nei pesci, invertebrati e alghe e non ci si aspetta nulla di positivo.