Dopo le numerose pressioni, soprattutto a livello internazionale Jair Bolsonaro cede e autorizza l'esercito ad intervenire in Amazzonia.
Le tempistiche della decisione del premier brasiliano non sono casuali, avviene infatti in concomitanza del G7 di Biarritz, in Francia. Ed è proprio dalla Francia che arriva la spina nel fianco di Bolsonaro: è infatti quella del presidente Emmanuel Macron la voce che più di tutte si è sollevata contro la gestione del governo brasiliano riguardo agli incendi nella Foresta Amazzonica. Il premier francese ha chiaramente parlato di "crisi internazionale" auspicando un intervento del G7 stesso, ricordando che la regione amazzonica interessa non solo il Brasile ma anche altri territori, tra cui la Guyana Francese, una regione e dipartimento d'oltremare della Francia.
Parole e toni che Bolsonaro non ha gradito, apostrofando le dichiarazioni di Macron come frutto di una "mentalità colonialista fuori luogo nel XXI secolo".
L'Unione Europea sostiene Macron
La portavoce dell'esecutivo europeo dichiara che la commissione esprime una seria preoccupazione per quanto riguarda la situazione in Brasile e "supporta l'iniziativa del presidente francese Macron di discutere la situazione al prossimo meeting del G7" e che "la Commissione è in contatto sia con il Brasile che la Bolivia, ed è pronta a fornire assistenza".
Sulla stessa linea di pensiero Angela Merkel che tramite il suo portavoce fa sapere di essere intenzionata ad affrontare la questione nella sede del G7, e sottolinea come si tratti di una faccenda che riguarda non il solo Brasile e la regione amazzonica, ma tutte le nazioni del mondo, essendo la grande Foresta Amazzonica "di grande importanza per il sistema globale del clima".
Anche pressioni interne per Bolsonaro, intervengono i vescovi
Al coro di protesta conto Jair Bolsonaro si unisce anche la conferenza episcopale brasiliana e rivolgendosi ai governi dei paesi amazzonici chiede un "intervento serio per salvaguardia una regione determinante per l'equilibrio ecologico del pianeta".
Nel corso di un discorso televisivo numerosi cittadini Brasiliani si sono riversati per strada ed hanno protestato contro la politica ambientale debole e la gestione inefficace della crisi da parte del governo.
Il presidente tenta di difendersi affermando che "gli incendi forestali avvengono in tutto il mondo" e che la foresta pluviale è "parte della storia del paese".
Anche il resto del continente si mobilita
Evo Morales, il presidente della Bolivia, ha richiesto un incontro dell'Organizzazione del trattato di cooperazione amazzonica (Otca) alla quale dovrebbero partecipare i ministri degli esteri dei paesi interessati, anche se la cosa sembra più facile a dirsi che a farsi a causa della situazione venezuelana.
Ultimo ma non meno importante, anche Donald Trump dichiara il suo sostegno a Bolsonaro, vista anche l'affinità politica, twittando che gli stati uniti sono pronti ad assistere il Brasile.