Un team di ricercatori dell'Università giapponese di Azabu ha studiato oltre 600 cani, sottoponendoli a diversi esperimenti di tipo "cognitivo/comportamentale". Lo studio è stato pubblicato recentemente su "Scientifics Reports".

Da esso emerge che la relazione comunicativa e affettiva fra esseri umani e cani sarebbe superiore a quella tra altri animali e l'uomo. Alla base di ciò vi sarebbero essenzialmente alcune mutazioni genetiche avvenute nel corso dell'evoluzione della specie canina, che "avvicinano" quest'ultima all'uomo.

Gli esperimenti

Nel corso dei test, i cani dovevano risolvere alcuni problemi per giungere a ottenere del cibo.

L'osservazione riguardava le interazioni tra cani ed esseri umani, in termini di contatto visivo, osservazione e interpretazione della gestualità umana e conseguente adattamento del proprio comportamento.

Gli scienziati hanno valutato con gli stessi test razze diverse. Alcune erano razze più antiche, con un patrimonio genetico più vicino a quello dei lupi; altre erano razze più evolute. In queste ultime, il patrimonio genetico si è modificato distanziandosi da quello dei loro progenitori lupi.

I risultati dell'esperimento

Gli esperimenti hanno valutato sia il comportamento umano sia quello dei cani. L'uomo interagiva tramite segnali gestuali e sonori per fornire indicazioni all'animale, il cane interagiva volgendo lo sguardo all'uomo, con frequenza e durata variabili.

Ne è emerso che le razze più distanti dai lupi hanno una maggiore interazione con l'uomo, ed una migliore comprensione della comunicazione umana.

Che il cane sia il "miglior amico dell'uomo" a causa di questioni genetiche è confermato ulteriormente dal fatto che gli esperimenti hanno coinvolto anche cani randagi ma appartenenti a razze recenti.

Anche in questi casi, infatti, pur essendo i cani meno abituati a osservare l'uomo, era più semplice instaurare un positivo rapporto comunicativo.

In particolare, in termini scientifici, a influire su tutto ciò sarebbero due mutazioni a carico di MC2R, il gene del recettore della melanocortina 2 coinvolto nella sintesi del cortisolo, il principale ormone glucocorticoide, noto anche come "ormone dello stress".

Conclusioni

Il rapporto particolare che si instaura l'uomo e il cane è utilizzato in alcune specifiche situazioni patologiche, quale la pet-therapy. I cani sono gli animali più usati in ospedali, case di riposo e centri di riabilitazione.

Da anni è ormai stato dimostrato che avere un cane influisce positivamente sulla salute psicofisica del padrone: diminuisce lo stress, incrementa la motivazione ed il benessere generale. Spinge all'attività fisica e alla socializzazione, anche a causa della necessità di portarlo fuori. Non a caso, durante la recente pandemia si è visto che la cura tra cani ed esseri umani è reciproca, diminuendo i livelli di depressione umana. Lo studio giapponese ne offre ora pure le basi scientifiche.