Ormai siamo quasi alle comiche finali. E se non fosse che c’è poco da ridere per il semplice fatto che molte aziende rischiano di chiudere i cancelli, la battuta potrebbe anche starci.

I finanziamenti per i bandi relativi al 2008 e al 2009 per i quali le imprese artigiane del Lazio avevano fatto domande ai fini dell’ottenimento di fondi da destinare all’ammodernamento ed all’acquisto di nuovi macchinari risultano ancora fermi alla Regione Lazio per mancanza di fondi.

Così, mentre lo scandalo della distribuzione dei soldi pubblici ai singoli consiglieri facenti parte del Consiglio Regionale laziale si allarga a macchia d’olio, le imprese artigiane che speravano di poter ricevere una boccata d’ossigeno - anche perché soggette ad una crisi che non ha paragoni se non nei confronti con il 1946, l’anno del primo dopoguerra - sono costrette a tirare la cinghia chissà ancora per quanto altro tempo.

Inutile dire che tutto ciò è scandaloso visto che mortifica ulteriormente il tessuto della regione che produce e che è esposto in prima linea oltre che essere vessato da una ragnatela di burocrazia, di divieti, di pretese assurde di tutti i tipi (dal pagamento della tassa sull’insegna all’Irap e all’Imu sui locali di produzione) ora deve assoggettarsi anche a questa specie di supplizio di Tantalo.

Centinaia sono le ditte artigiane che si sono viste riconoscere i rimborsi sulle spese sostenute e riconosciute solo sulla carta, mentre a tutt’oggi esse, a distanza di più di diciotto mesi dall’approvazione delle pratiche legittimate da ogni tipologia di controllo, sono rimaste senza alcun esito in merito dopo la comunicazione puramente nominale dell’ottenimento del contributo.

All’Agenzia Sviluppo Lazio, e alla Filas, da noi interpellate, le risposte sono sempre dettate dalla speranza che da un momento all’altro la situazione possa sbloccarsi ma da quando è dilagato lo scandalo che ha visto l’appropriazione (debita o indebita non sta a noi giudicarlo) di fiumi di danaro pubblico per le spese di rappresentanza dei consiglieri regionali (leggi “ostriche e champagne”), molti artigiani stanno scendendo sul piede di guerra.

Con quello che si è sperperato in Regione, molti dei contributi per le imprese si sarebbero potuti saldare già da tempo! Se questo è un modo per aiutare chi lavora…bisogna proprio trovarne un altro ed intervenire subito prima che gli aiuti giungano inutilmente dopo altre chiusure delle piccole e medie imprese.