Quest'estate aveva dovuto ricorrere alle cure del San Camillo, nota struttura ospedaliera della Capitale poiché aveva appena scoperto di portare in grembo una bambina affetta da trisoma 21, meglio conosciuto come la classica sindrome di Down.

Dopo un rapido consulto con i suoi medici curanti la giovane donna, di cui sono noti soltanto il nome e l'iniziale del cognome, (Stefania M.) era arrivata alla decisione di praticare un aborto presso l'ospedale San Camillo di Roma. Era esattamente il 16 agosto, giorno d festività successivo al Ferragosto. Ebbene nonostante le fosse stato praticato l'operazione e quindi fosse stata rassicurata di non aver più in grembo quella creaturina sfortunata dopo appena dieci giorni successivi all'intervento ospedaliero avrebbe espulso il feto nella doccia. della propria abitazione. Un aborto spontaneo e per giunta imprevisto.

E' quanto  ha affermato l'avvocato Piergiorgio Assumma, legale della signora Stefania M. che ha presentato la denuncia alla Procura della Repubblica capitolina, nel corso di una conferenza stampa alla presenza degli inviati e dei corrispondenti delle più note agenzie di stampa (tra le quali l'Ansa che ha subito diramato la debita informazione).

"La mia cliente - ha tenuto a spiegare il legale di fiducia - ha dovuto fare ricorso a nuove cure ed è stata quindi rioperata al Policlinico Gemelli. Al momento presenta una forte depressione per quanto le è accaduto".

Inutile dire che è stato aperto un fascicolo ed ora saranno gli inquirenti a stabilire le modalità dell'evento.