Beppe Grillo, dopo aver annullato la manifestazione di eri a Roma perché vi era il fondato timore di possibili scontri, ha tenuto ieri pomeriggio una conferenza stampa nella capitale per chiarire le ragioni che lo hanno portato ad usare toni durissimi per l'elezione a Presidente di Giorgio Napolitano, parlando addirittura di golpe costituzionale.

Beppe Grillo ha avuto toni più pacati, trasformando l'ipotesi di golpe in una di complotto politico, molto meno aspra solo nelle parole, ma non nei contenuti; il leader del Movimento cinque stelle si è lanciato in una delle sue arringhe contro la vecchia politica e ha affermato che la rielezione di Giorgio Napolitano rappresenta uno sterile tentativo della vecchia politica di difendere un potere  che non esiste più.

Beppe Grillo, rispondendo alle domande di alcuni, in verità pochi, giornalisti ammessi alla conferenza, ha spiegato i suoi motivi per il mancato accordo con il Partito Democratico sulla scelta del Presidente della Repubblica; Beppe Grillo sostiene che mai nessuna proposta concreta di collaborazione nella scelta del Presidente e nella formazione del nuovo Governo gli è stata avanzata da Pierluigi Bersani, bensì solo proposte di voti in aula da parte dei grillini ai vari candidati proposti dal centro sinistra in cambio di poltrone per i suoi.

Beppe Grillo ha rifiutato infine qualsiasi accusa di avere le colpe dei disastri accaduti in aula per non aver voluto accordarsi con nessuno, sostenendo che uno dei punti nevralgici e su cui non si può sorvolare del non statuto del movimento cinque stelle è proprio il diktat di non stipulare accordi con alcuna forza politica appartenente al vecchio sistema e che quindi sarebbe dovuto essere il Partito Democratico a confluire sul nome di Stefano Rodotà avanzato dal suo movimento, e non il contrario.