Jurgen Klopp è a suo modo milanista. Segue da tempo alcuni giocatori che sono o sono stati in forza alla squadra rossonera e soprattutto ha dichiarato pubblicamente che il suo Borussia Dortmund è - nelle proprie intenzioni - figlio del Milan di Arrigo Sacchi.
Il club di Berlusconi è al bivio, e che bivio! Tra i tanti dubbi la certezza è che a fine stagione al più tardi Allegri verrà sostituito. Dall'altra parte, a Dortmund, la piazza mugugna perché i gialloneri non spaventano più come negli anni scorsi e l'allenatore non nega di apprezzare l'Italia.
Allora salta fuori la notizia Juve-Klopp (depistaggio?), strana news visto che trapela proprio nel momento in cui i bianconeri si riprendono con merito la testa della Serie A e che Conte è più juventino del giovane Agnelli. Difficile ipotizzare che il presidente gli neghi qualche lauto compenso e qualche prezioso rinforzo alla fine di questa stagione che, salvo imprevedibili inciampi, sarà positiva come le precedenti.
Berlusconi tira ancora dritto col mister livornese, fino a fine stagione dicono i ben informati. Significa che non ha alternative o che ha già individuato la nuova guida del Milan in un allenatore attualmente sotto contratto altrove. Se il presidente è ancora dotato di killer-instinct, la seconda ipotesi è quella giusta.
Inutile parlare di Seedorf e Inzaghi, lo fanno già in tanti. È chiaro che il dna rossonero li favorisce nella candidatura ma attenti a Donadoni, milanista doc dei tempi d'oro e portatore sano di esperienza. Se sono vere le piste che portano a Pietro Leonardi per la sostituzione di Galliani, niente di più facile che l'ad del Parma trascini con sé l'ex numero 7 rossonero.
Intanto in Europa si mettono in mostra nei propri campionati nazionali alcune squadre poco blasonate ma particolarmente brillanti, forse proprio grazie alle capacità dei propri allenatori. Facile ad esempio citare Diego Simeone, vincente in passato nella sua Argentina e di recente con l'Atletico Madrid; René Girard alla guida del Lille e due stagioni fa capace di portare il Montpellier (!) al titolo di Francia; Mauricio Pochettino che sta ottenendo buoni risultati in Premier col suo Southampton. I loro nomi non sono roboanti come quelli di Mourinho e Guardiola, ma non si vince solo con gli effetti speciali.