Balotelli ci ricasca. Dopo il gol segnato al Cagliari, l'attaccante rossonero si è portato le mani alle parti basse, per rispondere alla provocazione dei tifosi rossoblù che lo avevano beccato per tutta la gara. Risultato: ammonizione e conseguente squalifica. Il tutto con un Milan che cerca disperatamente di risalire la china.



Nonostante l'ennesima figuraccia del numero 45 rossonero, il ct della nazionale, Cesare Prandelli, si ostina a difenderlo, affermando che "Balotelli imparerà, ma con lui ci vorrà tanta pazienza e tanto amore". Peccato che i fatti smentiscano palesemente le affermazioni del ct dell'Italia.

Il tecnico di Orzinuovi difende a spada tratta Balotelli perchè è convinto che Mario sarà l'uomo che ci porterà in alto al mondiale in Brasile. Tesi che, però, cozza con tutto ciò che l'attaccante rossonero ha dimostrato in carriera finora.

Il solitario 

Balotelli non è un uomo squadra. La sua presunzione lo porta a giocare sempre e solo per sè stesso, convinto com'è di essere il calciatore più forte al mondo. Questo fa sì che il suo gioco risulti spesso prevedibile. Lo schema "palla a me e poi ci penso io", tipo Pelè in "Fuga per la vittoria", con Balotelli non funziona. Basta un raddoppio di marcatura, qualche fallo tattico e il numero 45 rossonero perde la pazienza, sparendo di fatto dal campo.





Il gioco di squadra non è contemplato nel suo modo di intendere il calcio e, se, a 22 anni ancora non capisci che nel calcio si gioca in 11, è difficile tu possa comprenderlo mai. Come può Prandelli pretendere, da uno che gioca per sè stesso, che, al mondiale in Brasile si cosparga il capo di cenere e inizi a giocare con e per i compagni, come fanno campioni veri come Messi e Ronaldo?

Il primo a mollare

Balotelli manca completamente dell doti di leadership. Nelle difficoltà di squadra è il primo a mollare. Non è in grado di trascinare in campo i compagni, nè di prenderli per mano. Lo si è visto in questa prima parte di stagione nel Milan, quando, con i rossoneri che arrancavano, lui è sempre risultato tra i peggiori, con giocate fini a  sè stesse, ammonizioni inutili e svogliatezza continua.

Prandelli crede veramente che in una competizione come quella del mondiale, dove ogni partita sarà una battaglia, se l'Italia dovesse trovarsi in difficoltà, Balotelli riuscirà  ad aiutarla con le sue giocate?

Troppo facile provocarlo

Come già detto, Balotelli è un tipo irascibile e facilmente provocabile. Basta un paragone su tutti per rendere l'idea. Finora in campionato l'attaccante rossonero vanta 9 gialli contro i 10 di Daniele Conti, uno "specialista" del genere, pur avendo giocato tre patite in meno del capitano dei sardi. L'ex interista scatta per un nonnulla e, dato che la sua irascibilità è nota, giocatori e tifosi avversari fanno a gara per provocarlo, trovando terreno fertile.

In una competizione corta come il mondiale, una squalifica può risultare determinante.

Le ragioni di Prandelli

Prandelli ritiene indispensabile Balotelli, perchè il resto del reparto offensivo italiano latita. L'infortunio di Giuseppe Rossi ha tolto all'Italia l'unico vero top player del reparto offensivo. Gli altri, infatti, stanno deludendo.



Matri vive una stagione di molti bassi, Pazzini è appena rientrato da un lungo infortunio, Osvaldo in Inghilterra ha collezionato più giornate di squalifica che gol, El Shaarawi è infortunato e Giovinco è ai margini nella Juve. L'unico che sta disputando una buona stagione è  Gilardino, ma non si può chiedere all'attaccante del Genoa di essere l'uomo faro dell'Italia.





Per questo Balotelli è sicuro di andare in Brasile. La verità, però, a conti fatti è una sola: solo Giuseppe Rossi può salvare la nazionale da un mondiale disastroso. L'attaccante viola è l'unico che ha classe, personalità e doti di leadership tali, da poter guidare gli azzurri. Senza Pepito e con Balotelli unico punto di riferimento in avanti, l'Italia rischia di vedere azzerate le sue chanche di disputare un grande torneo.