La Spagna e tutto il mondo del calcio piange in queste ore la scomparsa di Luis Aragones, morto all'età di 75 anni in una clinica della capitale madrilena. Il decesso è avvenuto dopo una vita dedicata interamente al calcio avendo concluso la sua attività a dicembre quando già ammalato voleva essere ricordato solo per le sue imprese.
Nella sua lunga carriera sportiva aveva vinto di tutto sia da giocatore che da allenatore subendo solo un esonero nel 2009 da parte di una squadra turca. La sua notorietà è legata ad una nostra disfatta. Era il 2008 quando liquidò la nostra Nazionale allenata da Donadoni ai rigori e diventando campione d'Europa battendo la Germania nella finalissima.
Il saggio di Hortaleza aveva militato nell'Atletico Madrid come giocatore nel ruolo di attaccante ed allenatore portando "le Furie Rosse" in cima alla classifica mondiale. L'allenatore si è spento nella clinica Centre di Madrid dopo aver collezionando tanti applausi ma anche tante contestazioni perché aveva un modo di fare non politically correct. Infatti fu capace di tenere bada alle polemiche arrivate quando decise di cambiare stile di gioco nella squadra Roja, una mossa audace che rivoluzionò l'intero sistema. Inoltre aveva un modo diretto di rivolgersi ai suoi giocatori e colleghi, tutti ricorderanno le parole di poco apprezzamento rivolte allora giocatore Gennaro Gattuso.
La notizia della sua scomparsa era rimbalzata stamattina sui principali quotidiani spagnoli come Abc e confermata dal medico Pedro Guillén gettando nello sconforto tutti i tifosi. Il ct Carlo Ancelotti ha espresso vive condoglianze alla famiglia ricordandone le grandissime doti di giocatore ed allenatore. Stamani l'ultimo saluto.