Tutti noi ci apprestiamo ad amarlo in quanto ormai mancano poche settimane alla XX edizione del campionato mondiale di calcio. Il Brasile, vinta all'unanimità la concorrenza di Argentina-Cile, Colombia, Stati Uniti e Australia, il 12 giugno diventerà così la quinta nazione ad aver ospitato un Mondiale per due volte (l'altra nel 1950), dopo il Messico, l'Italia, la Francia e la Germania.

Ma se da un lato la spasmodica attesa cresce giorno dopo giorno e ora dopo ora, dall'altro la competizione rimane tutt'ora un enorme punto interrogativo. Infatti, a meno di un mese dal via, crescono le preoccupazioni legate alla sicurezza e alle condizioni degli impianti. Pur risultando, l'edizione brasiliana, la più costosa della storia (circa 14 miliardi di dollari), alcuni stadi sono ancora sprovvisti di servizi e sistemi di drenaggio efficienti e lo stadio di Curitiba, più volte a rischio esclusione, ad oggi non è ancora stato inaugurato.

Inoltre, secondo un recente sondaggio del noto quotidiano paulista "Folha", solo il 52% dei brasiliani vede di buon occhio la manifestazione. Ridimensionando magari il dato, considerando gli eventuali condizionamenti politici e in particolare "l'Ousadia e Alegria" (Audacia e Gioia) dei brasiliani, un popolo da sempre considerato come l'emblema dell'allegria, dell'ottimismo e dell'amore per la vita, nonostante le più svariate difficoltà e gli enormi squilibri sociali, dal carattere cordiale e affascinante, risultato peculiare di un mix di culture tutt'ora riconoscibili (africana, europea e americana), non dobbiamo però sottovalutare l'alto rischio di contestazioni, scioperi e repressioni violente, come già successo la scorsa estate durante la Confederations Cup.

A complicare ciò, all'annuncio del governo, presieduto dalla presidentessa Dilma Rousseff, di un dispiegamento di forze dell'ordine senza precedenti, il sindacato di polizia ha minacciato l'ammutinamento, rischiando così di paralizzare il regolare svolgimento della manifestazione per rivendicare un aumento di stipendio atteso ormai da otto anni.

Insomma andremo di fronte ad un Paese dalle mille contraddizioni e dagli inesplicabili controsensi, ma sicuramente impareremo a conoscere meglio e apprezzare un popolo che ha sempre trovato nella sua "sfacciata" allegria , la forza di andare avanti e di superare le più incredibili avversità, sempre con il sorriso stampato sulle labbra.