Un pomeriggio da dimenticare per l'Italia. La sconfitta contro l'Uruguay, con annessa eliminazione dal Mondiale, ha portato alle conseguenti dimissioni l'allenatore Cesare Prandelli ed il presidente della Federazione Italiana Giancarlo Abete.

24 giugno da incubo per l'Italia calcistica. La nazionale di Cesare Prandelli è stata sconfitta dall'Uruguay per 1 a 0, dicendo addio al campionato mondiale di calcio. La gara è stata molto equilibrata e tesa.

Match condizionato dal direttore di gara Marco Antonio Rodriguez Moreno. L'arbitro messicano ha espulso al 60° Claudio Marchisio per un intervento falloso a centrocampo.Il centrocampista della Juventus è stato cacciato dal campo per un intervento troppo duro, secondo l'arbitro, ai danni di Arevalo Rios.

L'Italia ha dovuto terminare l'incontro in 10 minuti non riuscendo a resistere all'assedio finale dell'Uruguay.

Il gol di Diego Godìn, di testa su angolo di Gaston Ramirez, ha estromesso l'Italia dal Mondiale 2014. La nazionale di Prandelli è apparsa sottotono, spenta e con poche idee. Balotelli sostituito nell'intervallo ha disputato una pessima gara facendosi anche ammonire. Il suo compagno di reparto Ciro Immobile, poco servito. è rimasto troppo isolato nella ripresa finendo per sfiancarsi. Per il resto ottima la prova di Buffon, autore di due belle parate, e di Verratti uscito anche lui per crampi. Deludono gli juventini apparsi in riserva dopo un'estenuante stagione sotto la guida di Antonio Conte.

Cesare Prandelli a fine gara ha rassegnato le sue dimissioni dalla guida tecnica della nazionale. L'allenatore ha dichiarato di essere arrivato al capolinea e di aver fallito l'obiettivo. Giancarlo Abate ha seguito nelle intenzioni il tecnico rassegnando anche lui le dimissioni da presidente della Federazione Italiana.

Finale amaro dunque per l'Italia che non è riuscita mai ad esprimersi ai livelli delle sudamericane.

Il clima torrido e la scarsa condizione atletica hanno influito sul rendimento azzurro. Prandelli ha candidamente affermato che sia la Costarica che l'Uruguay correvano il doppio. Di certo il tecnico azzurro ha contribuito al tracollo gestendo male la rosa a disposizione. Squadra troppo rinunciataria e paurosa, modulo troppo difensivo e giocatori non sfruttati adeguatamente.

24 giugno 2014 una data che gli italiani non scorderanno, augurandosi che sia il giorno della rinascita sportiva.