Antonio Conte, ex leggenda della Juventus come giocatore prima e come allenatore dopo, è il nuovo allenatore della Nazionanale italiana di calcio. L'annuncio arriva alle 20.18 di oggi 14 agosto 2014, proprio alla vigilia del Ferragosto di questa estate: da oggi comincia l'era Conte in azzurro. È stato lo stesso Carlo Tavecchio, nuovo presidente della FIGC, ad annunciare attraverso l'Ansa l'ingaggio. È stato concordata una biennale da 3,6 milioni, alla Juventus ne prendeva 3,5 milioni di euro (ed era la soglia minima accettabile da Antonio Conte, ndr). La Federcalcio sborserà 1,6 milioni e cioè cento mila euro in meno rispetto a quelli versati a Prandelli. Antonio Conte non si è limitato a pensare solo al proprio portafoglio, ma ha anche chiarito le prime condizioni per gli azzurri da lui scelti nei prossimi impegni. Fra due anni ci sarà già l'Europeo. L'ex ct della Juventus ha chiesto che la Nazionale sia considerata e trattata come un club, e quindi con i diritti e doveri di affrontare periodicamente stage mirati per portare alla forma migliore gli azzurri. Insomma stiamo parlando di una vera rivoluzione nel modo di pensare e lavorare in Nazionale. È davvero un mister innovativo e sorprendente, questo non lo si può negare.
Aveva poco tempo fa assicurato che avrebbe portato a termine il contratto con i bianconeri, e cioè fino a giugno 2015, ma all'improvviso la scelta di un addio consensuale con la Vecchia Signora. Sicuramente, dopo il fallimento di Cesare Prandelli al mondiale brasiliano, aveva pensato alla Nazionale di calcio, ma ci aveva lasciati tutti sulle spine, come solito suo fare. Antonio Conte è un uomo di carattere, duro e sempre concentrato sull'obiettivo restando sempre con i piedi per terra: questo l'ha contraddistinto in Serie A vincendo tre scudetti di fila. La scelta della Nazionale vuol dire puntare la sua carriera e rischiare il tutto per tutto. Non era un allenatore disoccupato ed è stato fino alla fine coccolato dalla Juventus e da altri grandi club che cercavano di ingaggiarlo e farlo lavorare nella propria panchina. Adesso però bisogna dargli il tempo e la fiducia che si è meritato fino ad oggi.
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