Sarà pure un addio al calcio estetico, fatto di passaggi ordinati, di tecnica sopraffina, della sublimazione del calcio champagne di 'Montelliana' memoria, ma la Fiorentina vista al Franchi contro il Milan, di certo ha divertito i 30 mila appassionati viola che hanno gremito gli spalti dello stadio.

Poco possesso orizzontale, molte verticalizzazioni, ma soprattutto difesa accorta e disposta in modo ermetico. Una miscela esplosiva che da tempo non si vedeva a Firenze, e che ha annichilito un Milan, la cui espulsione di Ely può essere un attenuante, ma non può costituire un alibi per la pochezza offensiva espressa dagli uomini di Mihailovic.

Non era mai successo nello scorso campionato che il Milan chiudesse con il numero zero nella casella dei tiri in porta nello specchio. Un dato che deve preoccupare la dirigenza rossonera, che pensava di avere risolto il problema del gol con l'approdo di due bocche di fuoco come il colombiano Bacca e il brasiliano Luiz Adriano, aspettando l'arrivo di Balotelli.

Nessuno discute le qualità dei due nuovi attaccanti rossoneri, ma ciò che più deve preoccupare Mihailovic è la spaccatura tra difesa e attacco, dove l'inconsistenza e l'impalpabilità di Honda e Bertolacci (uno dei costosi acquisti operati da Galliani) non sono serviti a fornire le punte rossonere di palloni invitanti per mettere in difficoltà l'arcigna retroguardia disposta da Paulo Sousa.

Difesa ermetica e filtro a centrocampo, il marchio di fabbrica di Paulo Sousa

Già, proprio la difesa, il tallone d'Achille della Fiorentina di Montella, che nella scorsa stagione subì 46 reti non dando mai la sensazione di solidità e di compattezza offerta nella gara di domenica dagli uomini di Paulo Sousa.

Gonzalo, Tomovic e Roncaglia hanno costituito una cerniera invalicabile, ben supportata dalla classe di Borja Valero e Badelj a fare da filtro.

Un'altra arma, che potrebbe lanciare la Fiorentina verso i vertici della classifica, è la capacità di trovare soluzioni vincenti su palle inattive. L'ispirato Ilicic e il terzino Alonso hanno dato un saggio di cosa sono capaci di fare, ma non sono i soli che dalla distanza possono far male.

Non bisogna dimenticare che la squadra viola ha impiegato solo per poche decine di minuti l'asso Mario Suarez, e ha dovuto fare a meno dell'estro di Joaquin, che avrebbe potuto infierire sulla difesa approssimativa dei rossoneri, in special modo sulle fasce.

Firenze si gode anche la classe di Nikola Kalinic: il giocatore ha tenuto in costante apprensione il tandem difensivo Ely-Romagnoli, che ha costituito un argine troppo flebile di fronte alla determinazione dell'attaccate croato, molto applaudito dai tifosi viola. Adesso la gara contro il Torino fornirà risposte ancora più attendibili sul valore della Fiorentina, ma i tifosi già sognano, e qualche ciliegina sulla torta arriverà dal mercato.