Andrea Nalini, calciatore del Crotone, neo promossa in A ha alle sue spalle una storia che emoziona e fa riflettere. Ha cominciato a giocare all’età di quattro anni e di quel periodo non dimentica Davide Bonetti che era sempre disponibile per portarlo ad allenare. La squadra dove ha cominciato a dare i primi calci ad una sfera si chiama L’Azzurra Nogarole.
Arriva al Villafranca Calcio dove...
ha praticamente giocato in tutte le formazioni giovanili fino ad esordire, molto giovane, in prima squadra che, militava nel campionato di Promozione. La squadra volava e sono riusciti a vincere due campionati consecutivi passando dall’Eccellenza alla D ed era ancora un fuori quota con una buona esperienza maturata alle spalle.
La favola del Villafranca però termina in D perché i costi di gestione erano troppo alti e, quindi, i pezzi pregiati, tra cui Nalini, furono costretti ad accasarsi in altre squadre. Lui scelse la Virtus Vecomp Verona, dove mister e presidente Luigi Fresco: "ha creduto molto in me e dove ho fatto molto bene ed è stato il mio trampolino di lancio”.
Arriva il periodo dei provini, ma cosa succede?
Il ragazzo ha una potenza esplosiva enorme, buoni piedi e riesce a mettere i compagni in condizione di far gol. Allora arrivano le prime chiamate e arrivano i primi provini. Milan, Chievo, Genoa, Hellas Verona, in successione, ma per motivi fisici non lo ritengono idoneo per il grande salto. Non tutti vanno male, anzi, "dove però sono riuscito a superare il provino", così racconta Andrea Nalini, la madre non ha voluto che accettasse.
Il suo sogno era vedere il suo ragazzo conseguire un diploma e realizzarsi nel lavoro, quello da operaio. Lui, umile ubbidisce alla volontà della madre, si diploma e continua a sognare cercando di far conciliare, non senza difficoltà, lavoro e passione per il calcio.
Arriva il diploma, ma non la chiamata giusta
Finita la scuola Andrea non riesce a trovare una squadra che gli possa permettere di vivere di calcio per cui è costretto a lavorare e, per divertimento, giocare a calcio.
Arriva il suo primo lavoro: il saldatore, settore dove lui si era specializzato grazie alla scuola. L’anno successivo lascia il lavoro pesante per passare ad uno un po' meno faticoso. Lavora in una fabbrica che produce würstel e le sue mansioni erano di semplice operaio e addetto al magazzino. Non riusciva ad allenarsi regolarmente per via anche dei turni in fabbrica, ma non ha mai mollato il suo sogno e con tenacia e costanza cercava di dimostrare che col pallone ci sapeva fare.
Arriva la Salernitana e....
il sogno si avvera. Arriva il suo primo contratto da professionista, ma i diversi ritmi di allenamento e i lavori pesanti, soprattutto quello di saldatore, hanno condizionato il suo fisico e la sua postura. Gli infortuni si susseguono. Qualcuno dice che non può più giocare a calcio, invece, quando è in campo dimostra il suo valore e nel finale di stagione in B con la Salernitana riesce a mettere a disposizione della squadra la sua classe e porta alla salvezza la squadra.
Praticamente ha giocato in tutte le categorie
In estate arriva il contratto dalla neo promossa Crotone ed esordisce in serie A contro l'Empoli il 12 settembre 2016. Per lui che dalla Promozione è arrivato in serie A è una soddisfazione enorme per volontà e per determinazione e per aver obbedito alla mamma pur continuando a sognare...
L'intervista è tratta dal blog "Il bello dello sport".