Renato Cesarini era una mezzala (oggi si direbbe “un trequartista”) della Juventus e della Nazionale degli anni trenta, senza dubbio un buon giocatore, come riportano le cronache dell’epoca, ma che sarebbe rimasto pressoché nell’anonimato se non avesse avuto un particolare “vizietto”, vale a dire quello di segnare gol nei minuti finali delle partite, decidendone le sorti. Il giornalista Eugenio Danese, che viene ricordato anche perché è stato il primo a realizzare un programma radiofonico sul campionato di calcio nel 1937, pensò bene di “battezzare” quei minuti finali (generalmente gli ultimi dieci) della partita come “zona Cesarini”, e da quel momento, ancora oggi, le reti decisive realizzate intorno alla fine di una gara di calcio rientrano in questa particolare “fascia”.
Un po di storia
Addirittura, nei minuti finali di una partita, sono stati assegnati titoli e coppe, e ci limitiamo solo al campionato italiano per citare quale esempio rimasto nella storia lo scudetto della Juventus nel 1972/73, quando i bianconeri vinsero a Roma contro i giallorossi con un gol di Cuccureddu a 4 minuti dal termine, sorpassando il Milan, che era in testa e perse contro ogni pronostico 5-3 col Verona. La definizione “zona Cesarini” è stata poi sdoganata dal calcio e riferita anche ad altri sport, basket e tennis in primis, ma anche al nuoto.
I verdetti della diciannovesima
Tornando ai giorni nostri, nell’ultima giornata di andata del campionato di serie A in “zona Cesarini” tre squadre di vertice hanno agguantato una vittoria per molti aspetti non più sperata: il Napoli contro la Sampdoria, il Milan contro il Cagliari e la Lazio contro il Crotone.
E proprio il Crotone sembra essere creditore dai minuti finali di ben dieci punti, che avrebbero portato la squadra calabrese ad una classifica sicuramente più tranquille rispetto all’ultimo posto in classifica. Difatti, la squadra neopromossa allenata da Nicola ha perso a Bologna all’86°, a Sassuolo all’87°, è stata raggiunta dalla Fiorentina all’85°, ha preso tre gol dall’Inter dall’85° al 93° e due in casa col Torino dall’80° all’89° ed ha perso a San Siro col Milan all’86° e nella citata partita della 19a giornata la Lazio al 90°. Ben dieci punti, che sicuramente sono un segnale di tenuta atletica e di impostazione tecnica, solo che le partite durano 90 minuti più recupero… Per il Crotone, la “zona Cesarini” sembra maledetta…