Una bomba scuote il mondo Inter, arriva direttamente dalla Cina e non si tratta dell'acquisto di qualche celebrato fuoriclasse. Suning Commerce Group, il colosso che lo scorso anno ha rilevato il 70 % del capitale del club nerazzurro sborsando 270 milioni di euro, è stato citato in un reportage trasmesso sulla TV di Stato cinese. Tra gli ospiti di un talk show trasmesso da CCTV News c'era Yin Zhongli, esperto del Financial Research Institute che rientra nell'ambito dell'Accademia cinese di scienze sociali. La sua è solo un'elaborazione dettata dalla logica dei numeri, ma ha sollevato un gran polverone in Italia, dove in realtà non ci si scompone più di tanto dinanzi a scandali di ben altra portata.
I tifosi avversari non aspettavano altro e si sono scagliati contro l'Inter, esprimendosi sui social con frasi più o meno pesanti. In un Paese dove vige la presunzione di innocenza fino a sentenza contraria, le mannaie della gente calano con una facilità impressionante e le sentenze virtuali sono all'ordine del giorno. A maggior ragione se si tratta di calcio, culto più o meno pagano dell'italiano medio. In realtà quelle fornite da Yin Zhongli sono tesi che hanno certamente un filo conduttore, ma tali restano. Questo per tranquillizzare l'appassionata tifoseria interista: si concentri sul mercato e sulle prime amichevoli internazionali, lasciando le tesi economiche alle appropriate sedi.
La tesi espressa sulla TV cinese
Secondo il parere del ricercatore cinese, l'acquisto dell'Inter da parte di Suning non avrebbe una logica e, pertanto, potrebbe nascondere altre finalità come quella del riciclaggio di denaro. "Il famoso club calcistico - ha detto Yin Zhongli, riferendosi all'Inter - ha chiuso l'ultimo quinquennio in pesante passivo di oltre 275 milioni di euro.
Pertanto a quale fine una società decide di acquistarlo? La realtà - ha aggiunto - è che parecchie società cinesi sono indebitate nel nostro Paese, ma spendono comunque grosse cifre grazie a prestiti bancari di cui beneficiano all'estero. Operazioni del genere hanno poche possibilità di fare cassa, pertanto non posso escludere che nascondano tentativi di riciclaggio di denaro".
La risposta di Suning
Quanto prospettato del corso della citata trasmissione ha certamente turbato la festa di Zhang Jindong, il patron di Suning e dell'Inter che ha potuto riabbracciare la squadra, arrivata in Cina per disputare la ricca ed impegnativa tournée internazionale. Oltretutto, quanto accaduto sulla TV di Stato ha avuto delle ripercussioni economiche sull'azienda, le cui azioni alla borsa di Shenzen sono scese a -6,5 %. La risposta di Suning alle teorie accusatorie di Yin Zhongli sono comunque arrivate in maniera celere, affidate al vice presidente Sun Weimin. "La politica industriale del Paese ha sempre sostenuto Suning per gli investimenti all'estero e la nostra strategia si basa innanzitutto sullo sviluppo del mercato interno, gli altri mercati sono al servizio di quello cinese".
In riferimento all'Inter e considerato che Suning non è certamente neofita nel mondo del calcio, Sun Weimin ha puntualizzato che "l'investimento in questione ci permette di comprendere tutti gli sviluppi possibili di un'industria complessa come quella del calcio. In questo settore, le aziende cinesi possono migliorare il loro livello, apprendendo molte cose. Oltretutto l'Inter è un marchio importante ed il brand Suning, grazie a questo veicolo, non può far altro che migliorare. Il nostro obiettivo è la continua espansione".
Una bolla di sapone
Yin Zhongli ha ovviamente espresso un concetto basandosi sulla pura logica contabile e, ad onor del vero, investire nel calcio è sempre un rischio per un imprenditore, considerato che la maggior parte delle volte i club sono un 'fondo perduto'.
Ma i grossi investitori che hanno ormai monopolizzato gli altri campionati europei, hanno dimostrato come una società calcistica possa anche essere trasformata in un'azienda redditizia, dove però i benefici economici sono strettamente legati ai risultati sul campo. Ciò che negli altri Paesi è diventato ordinario, in Italia viene ancora guardato con sospetto e basta un semplice talk show televisivo, andato in onda a migliaia di km di distanza, a monopolizzare l'opinione pubblica ed indirizzarla verso beceri tribunali virtuali. Con buona pace dei detrattori, ciò che accade in uno studio televisivo resta tale e, pertanto, senza dovuti approfondimenti nelle sedi competenti, è una bolla di sapone destinata a scoppiare.
Se poi ci sarà una vera inchiesta in merito non possiamo saperlo, ma il concetto che deve entrare nella testa dei tifosi di qualunque colore sociale è che CCTV non ha mandato in onda nessun processo a Suning ed all'Inter: è stato solo citato un esempio in tema con l'argomento della tramissione.