Le sorprese nel fantastico mondo della Serie C ex Lega Pro sembrano proprio non volere finire mai. A un mese dalla fine del campionato, infatti, è ancora incredibilmente aperto pure il fronte del format del campionato. Sì, perché una delle poche certezze che esserci torna in discussione dopo che il termine ultimo per la presentazione delle domande di ripescaggio è scaduto senza che siano state presentate le 5 richieste necessarie per coprire gli altrettanti buchi lasciati dalle mancate iscrizioni di Como, Latina, Maceratese, Mantova e Messina.

Quel ripescaggio esoso

Come previsto, alle fatidiche ore 13 del 28 luglio le sole Triestina e Rende, in rigoroso ordine non alfabetico, bensì dì diritto acquisito al ripescaggio, hanno presentato domanda completa, comprendente la fideiussione da 200.000 euro per avere diritto al ripescaggio, quella a fondo perduto da 300.000 e la normale tassa d’iscrizione da 350.000 euro.

Giallo Rieti

Tutto in regola, quindi, per giuliani e calabresi, che possono festeggiare con anticipo il ritorno tra i professionisti rispettivamente dopo e anni prima ancora dell’ufficializzazione. Sembrava fatta pure per il Rieti, perché proprio sul gong un dirigente del club laziale è stato “avvistato” varcare i cancelli della Lega a Firenze per consegnare tutta la documentazione: qui però c’è qualche certezza in meno, perché la domanda risulta corredata dalla tassa d’iscrizione, dalla fideiussione-base, ma non da quella a fondo perduto, sostituta al momento da una dichiarazione d’intenti nella quale il club reatino si impegna a versarla entro i termini prestabiliti dal regolamento.

Salvo sorprese, comunque, lo stadio 'Centro d’Italia-Manlio Scopigno' tornerà a ospitare partite professionistiche, con l’eccezione di qualche gara giocata dalla Roma in campo neutro e dalle tante disputate dalla Nazionale Under 21.

Varese out

Il Rieti è però stata l’unica tra le “indecise” a sciogliere la riserva positivamente.

Pertanto, sembrano ballare ancora due posti a fronte delle tante rinunce: già certo quella del Ciliverghe Mazzano, addirittura prima in graduatoria davanti pure alla Triestina, nulla da fare pure per il varese, che ha rinunciato di fronte all’impossibilità di fare fronte alla tassa a fondo perduto e al no della Lega alla proposta di versare la stessa in tre rate.

Caso particolare quello rappresentato dal Lumezzane: perso il professionismo dopo 24 anni consecutivi nel playout contro, la società del presidente Cavagna, che sembrava intenzionata a rinunciare alla domanda di ripescaggio, sta ora “sulla riva del fiume” e vuole puntare sulla riammissione. Si tratta di un’interpretazione solo in apparenza sofistica, dal momento che tra riammissione e ripescaggio balla la variante tutt’altro che secondaria della fidejussione a fondo perduto, che non sarebbe necessaria nel primo caso. Il Lume punta sulla possibilità di essere “riammesso” senza fruire del ripescaggio, che lo vedrebbe comunque certo di tornare in terza serie in quanto unica retrocessa avente diritto a fare domanda, sulla falsariga di quanto successo lo scorso anno al Fano, che nella scorsa stagione fu appunto riammesso e non ripescato in circostanze analoghe.

Lumezzane d'assalto

Non intendo regalare 300mila euro per far fronte ai debiti di società che mi hanno condannato alla retrocessione con comportamenti di mercato assurdi” ha detto il presidente del Lumezzane, che fa leva sui tanti anni di professionismo. I margini però sembrano ridotti, perché il blasone non conta in questo caso, e perché il Fano fruì del fatto di essere al primo posto della classifica dei ripescaggi della Serie D. Si vedrà, ma sembra comunque difficile che il Lumezzane rinunci a tornare tra i professionisti per una “banale” fideiussione. Il problema è però un altro, e cioè capire cosa succederà adesso nel format del campionato: balla infatti almeno un posto vuoto dal momento che la volontà della Lega sembra essere quella di effettuare una sola “chiama” per i ripescaggi, quindi quella di non concedere un’altra opportunità ai club che al momento non hanno fatto domanda, per necessità o forse per scelta, al fine di capire 'che aria tirasse'.

Serie C, cambia il format?

A questo punto, se la linea verrà mantenuta, è concreto il rischio di sostenere un torneo a 59 o 58 squadre. Non un danno assoluto, visto che si tratterebbe di fare due gironi da 20 uno da 18 oppure un solo girone a 19 squadre con un turno di riposo, ma un danno concreto a livello d’immagine per tutto il movimento, dato che il mantenimento del format attuale, inaugurato nella scorsa stagione, è sempre stato uno dei cavalli di battaglia della presidenza Gravina. Vincerà il buonsenso, quindi si riapriranno i tempi per coprire l’ultimo o gli ultimi due posti liberi oppure assisteremo a un torneo “zoppo”. Comunque vada, sarà un insuccesso. E le polemiche non mancheranno.