Il Torino sarà l’ultima squadra della Serie A a radunarsi. Meglio così, verrebbe da dire, e da pensare, ai tifosi, visto che la casella acquisti è ancora ferma al solo Totò Sirigu e a un mucchio di voci, che possono trasformarsi in fatti concreti da un momento all’altro, ma che di sicuro non renderebbero ancora soddisfatto né Mihajlovic né i tifosi. Il 10 luglio sarà un giorno molto particolare, perché il raduno avverrà al Filadelfia appena rimesso a nuovo. Un giorno particolare ed emozionante, di sicuro più per i tifosi, di tutte le età, che per i giocatori, che del Tempio del Grande Torino sanno ben poco e per questo inevitabilmente avvertiranno solo una suggestione superficiale, un brivido indiretto che dovrà comunque far scoccare la scintilla in vista di un’annata da vivere al massimo.

Difesa da sistemare

Sgombrato il campo dai dubbi sulle possibili dimissioni di Mihajlovic a causa del mercato a rilento (il rischio sembra scongiurato anche a luglio inoltrato), al momento la notizia migliore, oltre a quella di aver messo tra i pali un elemento di esperienza e affidabilità, è quella che l’acquisto di Thomas Vermaelen è scongiurato. Non si avvertiva prorpio il bisogno del belga, gran talento come difensore, ma incerottato e reduce da due stagioni da spettatore.

Niente accordo sull’ingaggio da dividere con il Barcellona e allora presto la retroguardia accoglierà il solo Gabriel Paletta, previo distacco dal Milan con tanto di buonuscita. Al reparto servirà ancora un centrale per far crescere senza stress Lyanco o forse addirittura due se bisogna dare credito all’ultima, clamorosa voce di mercato, che vuole il Torino sul punto di vendere Kevin Bonifazi.

Pericolo russo per Kevin

Il giovane centrale campione d’Italia Primavera nel 2015 e valorizzato nell’ultima stagione alla Spal con la quale ha ottenuto una storica promozione in A è già nel giro dell’Under 21 ed ha saputo meritarsi le attenzioni dei media, non solo per l'illustre fidanzata, ma per qualità tecniche e di personalità che lo rendono già appetitoso agli occhi dei grandi club italiani (Inter e Juventus hanno già effettuato sondaggi) e un sicuro prospetto per la Nazionale maggiore.

Ora sul ragazzo si è fiondato nientemeno che lo Zenit San Pietroburgo: dopo il clamoroso epilogo del caso Manolas, Mancini vuole portare in Russia il talento di Bonifazi, da affiancare evidentemente a un centrale di esperienza.

La valutazione data dal Toro al giocatore sfiora gli 8 milioni: pochissimi per lo Zenit, che ne aveva messi sul piatto 60 tra Manolas e Paredes, ma mai abbastanza per i tifosi del Toro, che certo dopo una prima parte di mercato al risparmio reagirebbero male alla cessione del miglior talento della cantera senza neppure vederlo esordire in prima squadra.

L’ipotesi comunque resta improbabile e alla fine Bonifazi dovrebbe fare il ritiro con Mihajlovic per poi valutare il da farsi: se sarà prestito serviranno altri due centrali.

Quelle tre B in bilico

Quanto agli altri reparti, come già detto molto se non tutto dipenderà da due aspetti: il futuro di Belotti e la scelta del modulo, in particolare dall’assetto del centrocampo. Se sarà 4-2-3-1 da una parte o 4-3-3 o 4-3-1-2 dall’altra, cambieranno la sostanza e le caratteristiche degli elementi da reperire sul mercato e eventualmente da confermare. Né Baselli, né Benassi sembrano adatti alla mediana a due, a differenza di Acquah, che non a caso veleggia verso il rinnovo. La doppia cessione resta improbabile, ma non impossibile: di sicuro l’ex atalantino partirebbe solo per soldi e l’ex interista in un possibile scambio, con il Sassuolo per Falcinelli, o più probabilmente Ferrari, più che con il Milan per Kucka, altro giocatore da centrocampo a tre.

Gallo? Più si che no

Il 14 luglio molti occhi saranno sul Gallo e sulle sue espressioni. “Sarà contento di restare?” “Si ripeterà su quei livelli o avrà la testa altrove”. Fresco di matrimonio, ora Andrea è un uomo e un calciatore quasi completo: la convenienza a restare è evidente, anche in ottica Nazionale, ma decideranno tutto le motivazioni e le sensazioni più ancora che i soldi che il 9 granata avrà modo di accumulare negli anni. Mihajlovic si è già espresso sulla necessità di decidere in fretta, in un senso o nell’altro. Il fatto che il Toro non abbia rilanciato con il Genoa per Giovanni Simeone, potenziale erede di Belotti più che partner, spinge a pensare positivo.