Sembra uno scherzo del destino quello che è accaduto questa sera. Il fischio finale della partita di ritorno contro la Svezia non ha solo un significato concreto di eliminazione, ma anche un significato morale. L'Italia non parteciperà ai Mondiali di Russia 2018; il problema dev'essere analizzato dai settori giovanili, i quali da molto tempo non riescono a tirar fuori calciatori validi per giocare a livello mondiale. Fatto sta che questa sera l'incubo si è materializzato, nonostante una prova di carattere e di cuore, ingredienti che sono mancati nella partita di andata.
Cronaca del match
L'Italia, rispetto al match di andata, si presenta con tre nuovi innesti: Florenzi, Gabbiadini e Jorginho (migliore in campo); il modulo è il 3-5-2, forse uno dei tanti problemi che hanno accompagnato la truppa di Ventura durante il corso delle qualificazioni. Pronti via e la partita si fa subito incandescente, con due cartellini gialli rifilati a Chiellini e Johansson. La prima occasione è di Candreva al 27', bravo a coordinarsi in area ma il suo tiro si alza e sorvola la traversa. Al 40' il tiro di Ciro Immobile viene neutralizzato dalla difesa della Svezia; nell'ultimo minuto utile del primo tempo occasione migliore per l'Italia: Florenzi, dal suo dirimpettaio, scarta due difensori svedesi e con un destro trova pronto l'estremo difensore ospite.
Si chiude qui la prima frazione. Il secondo tempo è un assedio dell'Italia, che concluderà con 24 tiri verso lo specchio della porta. La prima occasione della ripresa è di Florenzi, che riceve un cross di Darmian dalla sinistra e, coordinandosi, trova un tiro che sibila il palo sinistro della porta difesa da Olsen. Al 67' è sempre protagonista Florenzi che effettua un tiro dal limite dell'area, deviato dal difensore della Svezia sul palo.
Al 87' è il subentrato El Shaarawy ad avere un'occasione d'oro: tiro al volo intercettato dall'ottimo Olsen. Dopo 5 minuti di recupero la partita termina con il risultato di 0 a 0, score che condanna l'Italia ad una clamorosa eliminazione.
Eppure alcuni segni premonitori ci sono stati
Nel corso del girone di qualificazione si sono susseguiti alcuni segni negativi che potevano presupporre un finale così amaro.
In Spagna si può perdere, anche perché è una delle nazionali più forti al mondo. I problemi ci sono stati nel primo tempo contro il Liechtenstein, la partita sterile contro Israele ed altri blackout che è meglio non elencare. Giocatori non motivati, allenatore inadeguato (solo 14 presenze a livello europeo con uno stipendio netto di 1,8 milioni di Euro all'anno), scelte discutibili...potremmo mettere sul piatto qualsiasi cosa per cercare di trovare alibi. Ma oggi il fallimento è di tutti, nessuno escluso. Ricordiamo che la nazionale è lo specchio del movimento calcistico. Siamo fuori dal mondiale, questo è assodato, ma la medaglia, come sempre, dev'essere vista su tutte e due le facce: se c'è un aspetto negativo, l'aspetto positivo è quello di cercare di ripartire da questo dramma per migliorarsi e cambiare radicalmente le regole del Calcio in Italia.
L'aspetto concreto di questa sera è che la nazionale italiana non parteciperà ad un Mondiale dopo 60 anni (anno 1958, in cui perdemmo i playoff contro l'Irlanda del Nord). Onore comunque alla Svezia, che ha concretizzato l'unica occasione utile durante l'arco dei 180 minuti, tornando a giocare un Mondiale dopo quello del 2006.