La maggior parte dei calciatori scelgono la squadra dove svolgere la loro attività a seconda del compenso attribuito e non ci pensano due volte a cambiare maglia se solo si prospetta l'opportunità di guadagnare di più. Claudio Marchisio, però, non appartiene a questa categoria: infatti, nonostante in passato abbia ricevuto offerte migliori, ha preferito restare fedele alla Juventus.

Sulla sua passione bianconera e del forzato addio, il centrocampista ne ha dato testimonianza nell'intervista rilasciata a 'La Gazzetta dello Sport'.

L'inizio e la fine

L'avventura del centrocampista con la maglia bianconera è iniziata nel 2006 e si è conclusa con la sfida amichevole di Villar Perosa del 2018. Non è stato facile per l'intervistato chiudere questo capitolo della carriera che ha occupato 2/3 della sua vita, ma ormai non rientrava più nei piani della società. Il 17 agosto 2018 è arrivata la rescissione ufficiale da parte della Juventus e per lui, che aveva sperato fino all'ultimo di poter restare, non è stato facile accettare la cosa.

Guardando agli infortuni che hanno falcidiato i protagonisti della terra di mezzo, nella stagione in corso, il Principino pensa che qualche possibilità di giocare l'avrebbe potuta avere, ma trascorrere un'altra annata da comparsa non sarebbe stato il massimo e poi lui dà più valore al collettivo piuttosto che all'individuo: 'Ho sempre messo il gruppo davanti al singolo'. Marchisio ha ricordato la firma sul primo contratto, avvenuta di fronte al presidente Agnelli, al quale ha raccomandato di fare il possibile per tornare a vincere perché lui non voleva essere uno dei pochi juventini a non conquistare trofei. Dopo la rottura del crociato, il giocatore non è più tornato ai livelli di un tempo e non ha più goduto della fiducia di Massimiliano Allegri: nonostante ciò ha rifiutato l'offerta del Milan e di altri top club italiani per non dover giocare contro la sua amata Juve, alla quale ha dato molto, ma ha ricevuto di più.

'Non sarei mai andato in un altro club italiano'.

Sui singoli

Parlando dei singoli, il tesserato dello Zenit San Pietroburgo pensa che Dybala nella posizione in cui gioca è sprecato perché possiede un grande talento del quale ne potrebbe beneficiare anche la squadra. A tal proposito ricorda l'esordio della Joya in Supercoppa italiana contro la Lazio, durante la quale ha siglato il suo primo gol in bianconero. L'argentino ha un fiuto innato per il gol. L'arrivo di Cristiano Ronaldo è quasi coinciso con il suo addio, ma nei momenti in cui si sono incrociati ha potuto constatare la sua abnegazione nel lavoro. Infine, Marchisio ricorda il bel centrocampo costituito da lui, Pirlo, Pogba e Vidal, considerato uno dei più forti al mondo.