È un ricorso ricco di contenuti e di contestazioni quello presentato dalla Juventus il 28 febbraio al Collegio di Garanzia del Coni. Sono svariati i punti su cui gli avvocati della società bianconera hanno voluto soffermarsi per chiedere l'annullamento della sentenza della Corte Federale d'Appello che a gennaio aveva stabilito 15 punti di penalizzazione da scontare in campionato per il caso plusvalenze.

Fra le contestazioni più importanti portate avanti dalla Juventus e presenti nel ricorso c'è quella riguardante la presunta mancanza di un giusto processo e l'assenza dei presupposti per la revocazione dell'assoluzione del caso risalente a maggio 2022.

La Juve ha presentato ricorso al Collegio di Garanzia del Coni: fra le contestazioni mancanza di giusto processo

'Manca una legge per la quale la Juventus è stata condannata', è questo uno dei punti sui quali gli avvocati della Juventus hanno costruito il ricorso al Collegio di Garanzia del Coni, in riferimento alla sanzione decisa dalla Corte Federale d'Appello di 15 punti di penalizzazione per il caso plusvalenze.

In un'altra contestazione si legge: 'Manca un giusto processo, così come mancano i presupposti per una revocazione'.

Secondo la Juventus non ci sono fatti nuovi necessari per la riapertura del caso in quanto quest'ultimi 'erano noti nella sentenza di assoluzione risalente a maggio 2022'.

La difesa della società bianconera si è soffermata anche sul fatto che non ci sarebbero le basi tecniche per definire quello della Juve un sistema fraudolento di plusvalenze finanziarie.

I tempi del ricorso al Collegio di Garanzia del Coni per il caso plusvalenze fittizie

Sul caso delle "plusvalenze fittizie" la Juventus ha presentato il ricorso il 28 febbraio, dato che i termini previsti erano il primo marzo.

L'iter del Collegio di Garanzia del Coni prevede l'accettazione iniziale del ricorso, poi una decisione potrebbe arrivare tra fine marzo e inizio aprile. Sono tre le possibilità: l'annullamento della sentenza e quindi dei 15 punti di penalizzazione, la conferma della stessa o eventualmente il rimando della stessa alla Corte Federale d'Appello, che in tal caso diminuirebbe la penalizzazione.

Per quanto riguarda, invece, la "manovra stipendi" è stato prorogato l'iter procedurale da parte del procuratore Chiné e al momento non sono state prese decisioni ufficiali di nessun tipo.