"Basta. Basta con le amichevoli che interrompono i campionati, restituendo più infortunati che risposte, e oltretutto fanno ascolti miseri. Basta con i ripescaggi che impongono vuoti da riempire alle nazionali già qualificate": inizia così l'editoriale pubblicato oggi dal direttore de Il Corriere dello Sport Ivan Zazzaroni, che parlando della nazionale italiana ha evidenziato in particolare come per performare, secondo il proprio punto di vista, servano più ottimi giocatori che grandi allenatori.
Azzurri che con la vittoria di ieri sera contro l'Ecuador, 2-0 con reti di Pellegrini e Barella, ha chiuso la tournée americana che era iniziata col 2-1 sul Venezuela arrivato grazie alle doppietta di Retegui.
Anche il giornalista de La Gazzetta dello Sport Luigi Garlando ha commentato la performance della nazionale in Usa, evidenziando come dal proprio punto di vista saranno Pellegrini e Retegui i punti fermi in vista dei prossimi Europei.
Ivan Zazzaroni sulle amichevoli delle nazionali
"Basta con i calendari impossibili imposti da Fifa e Uefa, con tornei come la Nations League, ad esempio, che deprimono addirittura le televisioni ma garantiscono i voti dei Paesi “minori” al reggente del momento" ha proseguito Zazzaroni passando poi ad affrontare temi più squisitamente tecnici connessi alla nazionale italiana allenata da Luciano Spalletti.
"Vorrei dire basta - anzi, lo dico - anche agli esperimenti: il ct non ha il tempo materiale per formare una squadra e allora si affidi a un gruppo semichiuso e lo consolidi via via: i 16, 17 migliori o presunti tali ed eventualmente due o tre ingressi che nel frattempo hanno fatto cose eccellenti in campionato e nelle coppe, non soltanto dieci partite e due gol.
Basta con le scelte “politiche” che non accontentano nessuno".
E poi ancora: "La Nazionale dovrebbe essere, è, un punto d’arrivo e non di partenza. Per risultare vincenti è necessario avere ottimi calciatori, non grandi allenatori come Spalletti o Conte. Con i buoni giocatori bastano i Pozzo, i Bearzot, i Valcareggi. Lippi è l’eccezione.
Arrigo Sacchi, leggenda della panchina, non ha potuto mai incidere veramente. Mentre Mancini è diventato campione d’Europa con partite di sofferenza e i rigori, appellandosi all’impegno, alla determinazione, all’unità del gruppo. Più che alla tattica".
Luigi Garlando sulla nazionale italiana
A parlare della tournée americana svolta in USA dagli azzurri è stato nelle ultime ore anche il giornalista Luigi Garlando: "Ora Spalletti dovrà fare la sintesi di ciò che ha visto nei due test americani.
Potrebbe partire proprio dai goleador: Retegui e Pellegrini. Il genoano, spietato, generoso senza palla, si è meritato la pole-position per il 9. Il romanista, rifinitore di qualità, come ha dimostrato nella ripresa scodellando un assist a Raspadori, capace di inventarsi gol del genere in partite equilibrate, come saranno quelle dell’Europeo, serve come il pane".
Come giocherà la nazionale italiana ai prossimi Europei
C'è grande curiosità allo stato attuale soprattutto per capire come giocherè l'Italia: Spalletti fin qui aveva sempre puntato sul 4-3-3, modulo a lui caro che gli ha consentito anche di riportare il Napoli alla conquista di uno storico scudetto, ma nelle due amichevoli svolte negli States l'ex allenatore di Roma, Inter e Zenit San Pietroburgo ha puntato sulla difesa a 3 con 4 centrocampisti (2 interni e 2 ali) e 2 trequartisti dietro una sola punta.
Per comporre il roster dei 23 Spalletti dovrà tagliare alcuni elementi: rispetto alle ultime convocazioni, sembrano a rischio le candidature di Riccardo Orsolini e Nicolò Zaniolo, senza contare l'incognita Scamacca (non convocato ma in ripresa con l'Atalanta) e il caso Acerbi, al momento escluso per via del possibile epiteto razzista lanciato in direzione del collega Juan Jesus in occasione di Inter vs Napoli.