Sarà al vaglio del Parlamento Europeo nelle prossime settimane la bozza di direttiva UE che potrebbe portare alla ristrutturazione di gran parte del parco immobiliare europeo per renderlo più sostenibile sul piano ambientale. Al momento la bozza prevede che entro il gennaio 2030 tutti gli immobili che si trovano sul territorio europeo dovranno essere in classe E.

Ma non mancano i contrari, tanto che al Parlamento Europeo sono stati depositati 1500 emendamenti per cambiare la direttiva: la discussione nella commissione competente prenderà il via il 9 febbraio.

Casa green, cosa prevede la direttiva UE

Dopo che nel 2021 erano circolate indiscrezioni su una futura obbligatorietà della riqualificazione energetica degli immobili, da qualche settimana iniziano ad arrivare anche degli atti formali sul tema. Secondo la bozza attuale, il testo della direttiva imporrebbe ai proprietari di immobili ad affrontare ristrutturazioni con l'obiettivo di rendere gli edifici più sostenibili dal punto di vista ambientale. A oggi le case vengono classificate, in merito all'efficienza energetica, sulla base delle classi che vanno dalla A (la migliore), fino alla G (la peggiore).

In questo senso la nuova direttiva prevede che entro il gennaio 2030 tutti gli immobili che si trovano sul territorio europeo dovranno essere in classe E, mentre dovranno raggiungere la classe D entro il 2033.

L'obiettivo è quello di arrivare a un taglio dei consumi energetici di circa il 25%, con interventi come cappotto termico, sostituzione degli infissi, nuove caldaie a condensazione e pannelli solari. Nel lungo periodo l'obiettivo, ancora più ambizioso e apparentemente difficili da raggiungere, è quello di avere case a emissioni zero entro il 2050.

Al momento non sono state specificate quelle che potrebbero essere le sanzioni a carico di coloro che non si metteranno in regola, lasciando di fatto l'iniziativa ad ogni singolo stato. Ad ogni modo, dovrebbe essere scongiurato il pericolo di non poter mettere in vendita un immobile che non rispetta le norme relative all'efficienza energetica.

Il testo della direttiva prevede comunque alcune esenzioni, ad esempio dagli interventi di ristrutturazione sono escluse le case vacanza, i palazzi storici che godono di una protezione, le chiese e altri luoghi di culto. Inoltre è prevista l'esenzione anche per le abitazioni indipendenti che hanno una metratura inferiore ai 50 mq.

La situazione del patrimonio immobiliare italiano e la presa di posizione di Confedilizia

Il patrimonio immobiliare italiano è quello più antico in Europa e, di conseguenza, la stragrande maggioranza degli immobili non sarebbe oggi in linea con le nuove regole previste dalla direttiva UE. Infatti, allo stato attuale, secondo le stime, sarebbero oltre nove milioni gli edifici italiani che non risulterebbero in regola.

Sebbene la direttiva UE si ponga l'obiettivo di effettuare il primo grande step entro il 2030, secondo Confedilizia le conseguenze dell'eventuale entrata in vigore sarebbero praticamente immediate: "Dovranno essere ristrutturati in pochi anni milioni di edifici residenziali. Senza considerare che in moltissimi casi gli interventi richiesti non saranno neppure materialmente realizzabili, per via delle particolari caratteristiche degli immobili interessati. Inoltre, i tempi ridottissimi determineranno una tensione senza precedenti sul mercato, con aumento spropositato dei prezzi. Nell’immediato, poi, l’effetto sarà quello di una perdita di valore della stragrande maggioranza degli immobili italiani".

Intanto il 9 febbraio il testo arriverà al Parlamento Europeo all'esame della commissione per l’industria, la ricerca e l’energia (Itre) insieme ai 1500 emendamenti per modificarlo proposti dai vari gruppi politici.