Le banche dati online nel mirino dell'Antitrust: l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha sanzionato con 500mila euro la società ExpoGuide, per aver richiesto alle microimprese, l'abbonamento ad un servizio non richiesto. ExpoGuide pubblicava annunci pubblicitari su un database online di cui richiedeva poi il compenso alle piccole imprese: ma gli imprenditori erano all'oscuro di tutto.
Pubblicità non richiesta
Il procedimento dell'Antitrust era stato avviato a seguito di numerose segnalazioni e denunce pervenute all'Autorità da parte di piccoli imprenditori e associazioni di consumatori.
ExpoGuide avrebbe inserito i dati aziendali di microimprese italiane in un database denominato "Guida per fiere ed espositori": il tutto senza richiedere alcuna autorizzazione. L'azienda richiedeva poi agli ignari imprenditori il pagamento di un abbonamento pluriennale per un importo di 1271 euro all'anno per tre anni: nell'abbonamento era compreso anche il servizio di annunci pubblicitari.
Questo permetteva ad Expo Guide di inviare alle imprese lettere dai toni intimidatori per ottenere la sottoscrizione dell'abbonamento. La prima fattura veniva inviata solo dopo che erano scaduti i termini di recesso. Se le aziende non pagavano Expo Guide si avvaleva di aziende di recupero crediti, per l'invio di solleciti di pagamento e per minacciare ricorsi all'autorità giudiziarie.
I numeri sono impressionanti: nella rete di Expo Guide sono finite circa 247.000 imprese italiane. Di esse, tra gennaio 2012 e giugno 2013, ben 3.185 hanno sottoscritto l'abbonamento pluriennale. Già a settembre 2013 l'Antitrust ha imposto ad Expo Guide di sospendere l'invio delle lettere intimidatorie alle aziende. Poi gli accertamenti sono proseguiti e ora è arrivata la definitiva condanna: oltre a mezzo milione di euro di multa, l'azienda avrà tempo 90 giorni per comunicare all'Autorità le modalità con le quali intende ottemperare al provvedimento dell'Antitrust.
Il resto è tutta pubblicità. Non richiesta.