In piazza per difendere il propriolavoro, per ottenere il pagamento degli stipendi; ma anche per capirese dietro le assicurazioni del governo ci sia davvero la volontàpolitica di procedere. L'assemblea di ieri presso l'ILVA diGenova Cornigliano è stata una riunione partecipata e sofferta, altermine della quale i sindacati hanno proclamato lo stato diagitazione. C'erano sul tavolo questioni delicate a cominciare dalpagamento degli stipendi dei metalmeccanici. La direzionedell'azienda, spiega Bruno Manganaro, segretario di Fiom CGIL, nonpuò pagare, anche se ha ottenuto da parte sua il pagamento deiprestiti dalle banche.
Ma il ministro Guidi ha invece affermato chel'azienda può, e anzi deve, onorare l'impegno con i lavoratori. Inballo c'è anche il premio di produttività, circa 400 euro apersona, che i lavoratori dell'ILVA temono di non veder corrisposto.
Intanto il premier Renzi parla di unintervento pubblico nell'azienda, per risolvere le questioni relativeall'impatto ambientale e immettere l'azienda così risanata sulmercato. Non si tratta di una vera e propria “nazionalizzazione”come adombrato da qualcuno, ma una vera e propria ristrutturazione. Isindacati vorrebbero capire bene, lo stesso premier si è affrettatoa correggere il tiro dichiarando che tutti i tipi di soluzionerestano in campo. Il ministro dello Sviluppo Economico, FedericaGuidi, ha sottolineato l'importanza della siderurgia come settorestrategico per la ripresa italiana, e ha confermato le trattative conArcelor-Mittal e con il gruppo cremonese Arvedi.
In Confindustria prevale la prudenza:per il presidente Giorgio Squinzi il problema non riguarda solo lasiderurgia, ma tutto il settore manifatturiero. I problemi sonotanti, l'Ilva è uno dei 160 casi di crisi cui il governo dovrà dareuna risposta. Maurizio Landini mette in guardia dalripetere gli errori commessi a suo tempo con Alitalia: non si devescaricare sul pubblico gli errori commessi dal privato, né regalarea un gruppo straniero un patrimonio importante.Sarebbe necessario un intervento pubblico, affidare la produzione amanager seri, fare investimenti, eventualmente accordiinternazionali, senza svendere.