Con il termine 'Terra dei fuochi' si intende la zona tra il litorale Domitio Flegreo ed Agro Aversano fortemente contaminata dai rifiuti industriali provenienti da ogni parte d'Italia e lì smaltiti irregolarmente da almeno 30 anni, in discariche abusive, bruciati a cielo aperto (da qui il nome Terra dei Fuochi).
Secondo i risultati attuali il 2% dei territori presenti nei 57 comuni interessati in Campania sono considerasti a rischio per la salute umana e da qui il divieto di vendere e consumare ortaggi e frutta provenienti da tali zone. Invece potranno essere commercializzati solo quelli che hanno avuto esito favorevole nell'ultimo anno.
Il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha affermato che questo screening di massa è costato 50 milioni di euro e servirà anche a ridare fiducia alle persone. Il divieto di vendita di prodotti alimentari è avvenutao sotto la spinta dell'opinione pubblica sempre più allarmata e per il rischio di un parziale tracollo dell'economia 'made in Italy'.
Dopo 20 anni di avvertimenti ignorati finalmente si comincia a fare qualcosa per salvaguardare la salute degli italiani in un'area assediata dall'egemonia delle cosche mafiose. Dei 1076 chilometri quadrati sospettasti per essere inquinati solo il 2% risulta a rischio concreto di cui 9,2 % destinati all'agricoltura. Inoltre sono risultati 51, i siti in cui bisogna salvaguardare la sicurezza della produzione agroalimentare per un totale di 64 ettari di suolo agricolo.
I Ministeri della Salute, delle Politiche agricole e dell'Ambiente sono sicuri che questo piano di bonifica e controllo possa ridare fiducia e credibilità ai prodotti campani, quali pomodori da conserva e insalate, latte e derivati, mozzarella di bufala, conserve alimentari. Gli acquisti in questo settore avevano subito un tracollo dopo i numerosi articoli sui giornali e le interviste alle televisioni locali e nazionali che avevano mostrato gli effetti potenzialmente mortali degli alimenti contaminati della Terra dei fuochi.