Gli istituti di vigilanza, sempre al centro di questioni ai limiti della legalità. Nell'indagine portata avanti dagli uomini del nucleo di polizia tributaria della guardia di Finanza di Napoli guidati dal colonnello Nicola Altiero, che hanno scoperto come l'ex prefetto di Benevento Ennio Blasco avrebbe favorito la famiglia Buglione nel concedere autorizzazioni prefettizie oppure ritardare le interdittive antimafia nei confronti degli istituti di vigilanza in cambio di favori, spunta pure il nome di Antonio Buglione, il quale oltre ad essere ricordato per il rapimento avvenuto nel 2010 ad opera di una banda di sardi, compare pure in una ordinanza di custodia cautelare emessa dalla Procura di Napoli, su indagine sempre dello stesso nucleo di polizia tributaria, a Maggio del 2010 in merito ad una bancarotta fraudolenta e riciclaggio di denaro, -guarda caso di un istituto di vigilanza con sede ad Afragola "La Gazzella"-, che portò agli arresti domiciliari l'ex senatore del PdL e sindaco di Afragola Vincenzo Nespoli riconosciuto come unico dominus dell'intera operazione.

Il senatore non finì ai domiciliari solo perché la giunta per le autorizzazioni a procedere del Senato, votò contro all'arresto. Ma ci finì per nove mesi dopo la scadenza del mandato elettorale. Buglione, -secondo la ricostruzione dei magistrati napoletani Vincenzo Piscitelli ed Henry John Woodcock- in concorso con altre persone, distrasse le attività costituite dall'avviamento e dalle commesse di lavoro relative a numerosi clienti per l'ammontare di 960mila euro a favore di società operanti nel ramo quali la ISS International Security Service e la Mondial Security srl facenti capo alla famiglia Buglione, senza alcun corrispettivo per la società fallita. Oltre a questo, Buglione promise pure l'assunzione di tutti i dipendenti nelle proprie file dei suoi istituti di vigilanza.

Cosa che, - come accertarono i magistrati a seguito di varie dichiarazioni rilasciate dai dipendenti rimasti senza lavoro-, non avvenne poiché l'accordo non fu mai raggiunto, ma nel frattempo il pacchetto clienti passò con Buglione.

Della questione si interessò pure un consigliere regionale campano, che poi si fece da parte.

Come dichiarò ai magistrati un dipendente lasciato senza lavoro "alla questione delle assunzioni per salvare i posti di lavoro, si interessò anche il politico campano di Alleanza Nazionale Salvatore Ronghi, il quale, attaccò duramente l'ex vice prefetto di Napoli Ferrer, per come si stava portando avanti la questione. In una riunione alla prefettura di Napoli, arrivarono pure Nespoli, ed Italo Bocchino, parlamentare di riferimento in Campania per il Pdl, che presero in disparte Ronchi,e successivamente non fu più raggiungibile dai dipendenti della ex "Gazzella" per affrontare il problema ".

Insomma, in Campania, la questione degli istituti di vigilanza è stata sempre al centro di questioni molto torbide che hanno sempre interessato alti funzionari dello stato, politici, e dipendenti defraudati del loro posto di lavoro.