Un silenzio assordante quello dell'ex senatore Nicola Mancino, che al processo "Borsellino-quarter", si è avvalso della facoltà di non rispondere alle domande dei giudici riguardo il processo che lo vede anche imputato per falsa testimonianza sulla trattativa Stato-mafia.

Questo è quanto riporta "La Repubblica" nella sua edizione on-line. L'ex Presidente del Senato, uno dei massimi protagonisti, suo malgrado, della vicenda forse peggiore che riguarda le Istituzioni Italiane, accusate della colpa infamante di avere trattato con i mafiosi ai tempi della stagione delle stragi che ha insanguinato il paese e la Sicilia in particolare per tutta la prima metà degli anni 90, ha giustificato la sua decisione, stando alle indiscrezioni del quotidiano, col fatto di essere ancora in attesa di interrogatorio da parte della Procura di Palermo e che fino ad allora preferisce non esprimersi.

Intanto il confronto tra Mancino e l'ex Ministro della Giustizia Martelli nell'ambito del processo Mori entrerà negli atti a Caltanissetta, secondo la decisione del Presidente della Corte d'Assise, Antonio Balsamo, che accoglie la richiesta del Procuratore Capo di Caltanissetta. Secondo quanto afferma Martelli, egli aveva chiesto conto all'ex senatore circa i colloqui tra uomini del Ros e l'ex sindaco di Palermo, condannato per mafia, Vito Ciancimino. Mentre Mancino invece nega fermamente questa circostanza. Circostanza non da poco, dato che, secondo gli inquirenti, da lì sarebbe partita la trattativa. Adesso toccherà al processo "Borsellino" tentare di fare finalmente chiarezza su questa oscura vicenda.