Un attentato in Cina ha provocato almeno 31 morti e 90 feriti accertati. Le esplosioni sono avvenute a Urumqi, la capitale della regione occidentale del Xinjiang, alle 7.50 (ora locale).

Nel Xinjiang c'è una forte presenza degli uiguri, una minoranza islamica. Il governo cinese li ha subito accusati, indicandoli come responsabili della strage. «Si tratta di un vile attentato terroristico», ha dichiarato il ministro della Pubblica Sicurezza cinese.

Gli attentati e i morti 

Secondo la ricostruzione dei media locali, gli attentati sono stati realizzati con due autobombe, veicoli 4X4, che si sono lanciate nel mercato di Urumqi, molto frequentato a quell'ora.

Le esplosioni hanno ucciso decine di persone e le autorità hanno parlato di 31 morti accertati. Sul posto sono giunti immediatamente i mezzi di soccorso per trasportare in ospedale i feriti: il bilancio potrebbe aggravarsi nelle prossime ore. L'area del mercato è stata transennata e sono scattate le indagini per ricostruire la precisa dinamica dell'attacco, mentre sui social network (in particolare Weibo) sono state postate immagini e racconti dei presenti.

Chi sono gli uiguri 

La minoranza degli uiguri, un'etnia turcofona e di confessione islamica, accusa il governo di Pechino di aver contrastato la cultura musulmana, sino quasi a farla sparire. I leader terroristi chiedono la secessione dalla Cina.

Ma la Repubblica Popolare non ha minimamente intenzione di lasciare la regione del Xinjiang, anche perché innescherebbe un meccanismo a catena di rivendicazioni regionali.

Già nei scorsi mesi c'erano state operazioni di matrice terroristica: in particolare a marzo si è verificato l'attacco alla stazione ferroviaria di Kunming che provocò 29 vittime e 143 feriti. I cinesi hanno definito quell'attentato il loro "11 settembre".