Lo sfogo in aula del Cavaliere contro il presidente della sezione penale Giovanna Ceppaluni nel processo a Napoli, durante il quale Silvio Berlusconi ha definito la magistratura "incontrollata, incontrollabile, irresponsabile e con l'impunità piena", potrebbe avere conseguenze pesanti. Infatti, nella serata la Procura di Napoli potrebbe procedere nei confronti dell'ex premier per il reato di oltraggio a magistrato in udienza.
Il rischio per il Cavaliere è quello della revoca ai servizi sociali, secondo la prescrizione del 15 aprile di evitare dichiarazioni offensive e attacchi contro la magistratura del Tribunale di Milano, e di un'incriminazione per oltraggio alla corte e la revoca ai servizi sociali.
Nell'editoriale di fuoco del Foglio, Giuliano Ferrara ha voluto sottolineare che gli aggettivi utilizzati dall'ex premier verso la magistratura, "non sono insulti", ma definizioni connotative e oggettive date alla magistratura italiana.
L'Elefantino ha anche precisato che, dopo la modifica della norma dell'art 68 della Costituzione, l'autonomia delle toghe è diventata assoluta con un potere incontrollato, incontrollabile e irresponsabile che gode d'immunità: "L'irresponsabilità dei magistrati, vincitori di un concorso ma non eletti, dunque non revocabili".
Il direttore con il suo consueto aplomb è durissimo, ha definito le toghe rosse italiane come "schiavi frustrati" che vogliono chiudere la bocca a Silvio Berlusconi, isolarlo, impedirgli di fare politica, umiliarlo in una sorta di "rivalsa dei vinti", ossia di coloro che non sono riusciti politicamente ad eliminare "l'outsider del Nord".
"Perché sono nevrotici, anzi isterici, una banda di frustrati travestiti da gentiluomini in gara per tutelare la legge".
Intanto il Cavaliere attraverso il Giornale ha voluto spiegare il senso delle sue affermazioni alla magistratura: "Nessuna offesa alle toghe ho soltanto fotografato la realtà" e ha voluto rimarcare che sono gli stessi magistrati ad avvalersi dell'impunità nonostante le norme Ue siano contrarie: "Ma se lo dico io cercano di arrestarmi", ha concluso un cupo e preoccupato Silvio Berlusconi.