La società francese Carrefour blocca le importazioni di crostacei dalla Thailandia per denunciare le dure condizioni di vita dei pescatori di gamberi. Si tratta in realtà di una misura precauzionale, giacché le accuse formulate da The Guardian, noto tabloid britannico, non sono state ancora comprovate.

L’indagine di The Guardian

Per oltre sei mesi, i giornalisti Kate Hodal, Chris Kelly e Felicity Lawrence hanno condotto un’analisi certosina su molte industrie asiatiche. Hanno quindi esaminato i documenti interni delle compagnie, intervistato i pescatori di crostacei della Thailandia e della Cambogia e documentato le dure condizioni di vita a cui parte dei lavoratori deve sottostare.

Quello che emerge dall’analisi di The Guardian è un quadro impietoso che evidenzia come, nel 2014, ancora una buona parte della popolazione asiatica si veda negati i più elementari diritti umani e sia ridotta in condizioni di schiavitù. Alla mancanza di sicurezza, riposo e cure mediche, si affianca infatti una gestione scellerata e criminale della forza lavoro da parte delle flotte tailandesi. In molte aziende, stimolanti e metanfetamine vengono somministrati coattivamente ai lavoratori per consentirgli di coprire turni massacranti da 20 ore al giorno; in altre compagnie, invece, i pescatori di gamberi non vengono nemmeno pagati.

Si tratta di persone disperate che, irretite dalla promessa di un lavoro con cui mantenere la famiglia di origine, pongono la propria vita in mano ad intermediari di dubbia moralità.

Una volta che i lavoratori sono caduti nella rete di illusioni e bugie del ruffiano, gli operai si ritrovano con debiti inestinguibili da pagare e vengono venduti alle aziende ittiche, vincolati per tutta la vita a lavorare gratis nel tentativo di ripagare il proprio debito. Spesso il passivo viene esteso ad altri familiari e figli, finendo col fornire alle aziende criminali un continuo flusso di manodopera gratuita e sacrificabile.

La decisione di Carrefour

In attesa che le accuse di The Guardian siano comprovate, il colosso francese Carrefour ha comunque deciso di interrompere le importazioni di crostacei, gamberi e gamberetti provenienti dalle zone incriminate. La decisione, seppur sofferta, è parsa ineluttabile, tuttavia la società francese si è affrettata a riferire di aver condotto, fino al 2013, rigorose analisi sull'operato dell’azienda che le forniva i crostacei.

Da quell'esame, ha dichiarato il portavoce Carrefour, non era emersa alcuna irregolarità.

A spalleggiare l’indagine di The Guardian e la decisione di Carrefour sono intervenuti sia Steve Trent, direttore dell’organizzazione no-profit EJF, sia Aidan McQuade, portavoce di Anti-Slavery International: per entrambi è doveroso che ai consumatori occidentali siano illustrati gli ingenti costi umani che si nascondono dietro a un succulento piatto di gamberetti thailandesi.