Il Pentagono ha riportato che 6 mig 35 russi hanno sorvolato lo spazio aereo Usa e che erano anni che non si verificava una circostanza simile. I sei mig sono stati subito intercettati dai caccia statunitensi, fatti decollare al fine di far sapere ai russi che erano stati visti e che in caso di minaccia, gli Usa erano pronti a rispondere. Questo è quanto ha affermato Michael Jazdyk, tenente colonnello e portavoce del Norad (comando congiunto Stati Uniti - Canada per la difesa aereo). Tale violazione sarebbe da ricollegare alla visita del presidente ucraino Poroschenko a Washington, come a voler ricordare quanto Putin gli aveva detto durante le loro conversazioni telefoniche riguardo la capacità del Cremlino di muoversi militarmente oltre i propri confini in tempi strettissimi.

La notizia dei mig è contemporanea alla firma di un memorandum volto a porre termine alla crisi.

Memorandum d'intesa: un passo avanti per la risoluzione della crisi

Dopo ore di negoziati, conclusisi a notte tarda a Minsk, è stato firmato un accordo con l'obiettivo di consolidare e perfezionare il protocollo sul cessate il fuoco del 5 settembre 2014, sebbene non sia stata ancora affrontata la questione delle due regioni separatiste: Donetsk e Lugansk. Poroschenko avrebbe intenzione di far approvare una legge volta a garantire alle due regioni l'autonomia, provvisoria, fino alle elezioni locali che si dovrebbero svolgere in dicembre. Il memorandum è stato siglato dall'ex presidente ucraino, Leonid Kuchma, per Kiev, dall'ambasciatore russo in Ucraina, Mikhail Zurabov e da Heidi Tagliavini per l'OSCE.

L'accordo, il cui tempo di attuazione dovrebbe avvenire nelle prossime 24 ore, prevede la creazione di un'area demilitarizzata di circa 30 km (15 km per parte) per le armi pesanti, ossia quelle di calibro superiore ai 100 mm. Il confine della zona, che come detto copre 15 km per parte in campo, sarà interdetto ai voli aerei ad eccezione di quelli degli osservatori dell'OSCE che hanno l'incarico di tenere sotto controllo la situazione e il ritiro di tutti i gruppi armati stranieri e mercenari dall'Ucraina.

L'OSCE potrà utilizzare i suoi droni per controllare il territorio anche se al momento non sembrerebbero sufficienti quelli di cui dispone. L'area che va da Lugank al mare di Azov appare troppo ampia per garantire un monitoraggio efficace con soli 250 veicoli. Il ritiro dei gruppi stranieri, imposto dal memorandum, è un velato riferimento alle accuse mosse alla Russia: sia la Comunità internazionale che Kiev credono che vi sia il Cremlino a sostenere i separatisti e i funerali segreti di due paracadutisti russi, sarebbero una ulteriore conferma.

Mosca invece sostiene di non avere il controllo sui volontari e militari in ferie che si sono voluti unire alle milizie separatiste. Questa tregua, sostengono gli analisti, conviene ad ambo le parti: per Mosca significherebbe porre termine alle sanzioni imposte dall'Occidente, per Kiev chiudere una crisi che sta mettendo a dura prova la stabilità politica ed economica del paese.