Il tema della sicurezza viene ricollegato spesso a quello del terrorismo ma l'occidente deve fare i conti con un'altra questione che si sta affacciando, sempre di più, da qualche settimana. L'European Leadership Network ha comunicato ieri che lo scorso 3 marzo un jet militare russo, che volava nello spazio aereo internazionale a circa 50 chilometri a sud est della città svedese di Malmö, ha sfiorato un volo di linea partito da Stoccolma e diretto a Roma avvicinandosi a una distanza di soli 90 metri.
Secondo quanto si è appreso la collisione è stata evitata grazie a una buona visibilità, all'abilità dei piloti che erano alla guida del velivolo con a bordo 132 persone e alla segnalazione dei controllori del traffico aereo danese.
Un dettaglio che non è di poco conto è il fatto che eventi simili si sono ripetuti una quarantina di volte negli ultimi nove mesi e ciò dimostra un progressivo deterioramento delle relazioni internazionali fino al punto che possiamo affermare con certezza il ritorno della guerra fredda.
I rapporti diplomatici tra gli Stati Uniti e la Russia sono caratterizzati da profonde divergenze a causa della crisi ucraina, delle diversità di vedute su come riappacificare la Siria, della contrarietà di Mosca rispetto al dispiegamento in Europa dello scudo anti missile americano e a dare il proprio consenso alla Nato di raggiungere i suoi confini. I pericoli causati all'aviazione civile da aerei da guerra del Cremlino che vagano sulle teste degli europei, degli americani e dei canadesi derivano da una strategia della tensione che probabilmente proseguirà ancora per molto tempo mettendo a rischio la pace mondiale.
Non dobbiamo dimenticare che, in caso di incidenti particolarmente gravi, potrebbe essere applicato il quinto articolo del trattato dell'Alleanza Atlantica che obbliga i suoi membri a soccorrere quello attaccato aiutandolo militarmente nell'affrontare lo stato aggressore (da qualche mese si sta valutando la possibilità di estenderlo anche agli attacchi informatici che, ultimamente, sono diventati più intensi e frequenti da parte dei governi di Mosca e di Pechino).