Una scena del genere non l'avrebbe neppure immaginata Zucker-Abrahams-Zucker, autore e regista del film cult anni '80, L'aereo più pazzo del Mondo, che ebbe anche un sequel, L'aereo più pazzo del mondo... sempre più pazzo, con un altro regista e sceneggiatore ma con quasi tutti i protagonisti del primo episodio. Il film, che ben rappresenta e anticipa (essendo del 1980) la demenzialità che ha caratterizzato parte del cinema americano di quella decade, narra le vicende di uno sgangherato aereo in volo da Los Angeles a Chicago, durante il quale accade di tutto e di più, eccetto quanto accaduto ieri in Russia, per la precisione in Siberia: i passeggeri sono stati costretti a spingere il velivolo.

Vediamo perché.

CARRELLO CONGELATO

Su Youtube è stato postato un filmato di uno dei poveri (e congelati) settantaquattro passeggeri a bordo del Tupolev T-134, che mostra come diversi di loro sono stati costretti a scendere dall'aereo e a spingerlo per permetterne il decollo, dopo che il carrello del velivolo si era bloccato per il congelamento del liquido dei freni. Grazie alla loro spinta, il carrello si è sbloccato e l'aereo ha potuto prendere il volo. E' accaduto sulla pista ghiacciata di Igarka, località situata oltre il circolo polare artico. Non c'è molto da meravigliarsi per l'accaduto, se si considera che la temperatura esterna era sotto i cinquantadue gradi. La compagnia aerea siberiana in questione è la Katekavia, parte del gruppo UTair.

Il volo da Igarka, circa 2.800 km nord-est di Mosca, ha poi raggiunto come previsto la citta' di Krasnoyarsk.

APERTA UN'INCHIESTA

Ora le autorità dei trasporti della Siberia occidentale hanno aperto un'inchiesta sull'accaduto, per verificare se siano state rispettate tutte le norme di sicurezza. In effetti con quelle condizioni meteo avverse molto probabilmente il volo doveva essere sospeso, anche perché, sopra la pista ghiacciata, l'aereo avrebbe rischiato slittamenti nell'atterrare o magari avrebbe rischiato di incrociare bufere in cielo. Comunque l'accaduto sta già scatenando l'immancabile ironia del web.