Ha pubblicato delle normalissime fotografie su Facebook, ma qualcuno gliele ha rubate per farne una pubblicità di un sito hot online. Quando è venuta a sapere di essere diventata protagonista di uno spot "bollente", Grace Marr, studentessa ventenne dell'Hampshire, contea situata nell'Inghilterra meridionale, è dapprima caduta dalle nuvole, poi ha provato un certo imbarazzo per quella situazione in cui non ci si era impelagata di certo volontariamente.

Tre fotografie sono state sottratte dal profilo Facebook della ragazza e inserite nell'annuncio di un sito porno nel quale, oltre alle immagini della giovane, appariva un messaggio: "Single calde nella tua zona".

Grace è stata informata da un amico di famiglia che ha notato quello spot pubblicitario osé mentre navigava in internet. La ragazza ha raccontato di aver ricevuto una telefonata da un amico della madre che lavora per una società di computer, il quale le ha riportato di aver visto le sue fotografie di Facebook associate ad una pubblicità hot, spuntata nella barra laterale dello schermo.

Quando ha saputo la notizia, Grace ha provato dapprima un certo imbarazzo, per essere diventata involontariamente promoter di un sito porno, poi fastidio e rabbia perché qualcuno si era impossessato delle sue immagini per farne un uso improprio. Ha giustamente definito "raccapricciante" l'esperienza della quale, suo malgrado, si è trovata ad essere protagonista.

Immediatamente la studentessa ha denunciato quanto accaduto, e da quel giorno si è fatta promotrice di una campagna di sensibilizzazione per aiutare gli utenti dei social network a difendere i propri dati dalle violazioni della privacy.

In particolar modo, la ventenne britannica si è rivolta alle ragazze come lei, esortandole a tenere i loro profili bloccati e, soprattutto, a cambiare la password ogni mese.

Solo così potranno avere maggiori garanzie e tutela delle immagini e dei dati pubblicati e inseriti su Facebook, per difendersi da tutti coloro che navigano sui social con l'intento di trafugare foto ed immagini per farne un utilizzo diverso e, soprattutto, non autorizzato dai proprietari.