La Francia sta attraversando il suo peggior momento storico dall'attentato alla Metro della capitale avvenuto nel 1995: in seguito all'atto terroristico che ha colpito al cuore l'informazione transalpina, le forze dell'ordine stanno tenendo sotto tiro i fratelli Kouachi, protagonisti dell'assalto, che in queste ore sarebbero rintanati in un paesino di ottomila anime a nord della capitale e starebbero trattando con le autorità. Nella zona sud della città ed in particolare in un negozio di alimentari ebraico, il killer di Montrouge (autore della morte di ieri di un'agente di polizia francese) starebbe tenendo in ostaggio alcune persone ma sul posto si sono già recati i corpi speciali delle forze dell'ordine parigine (le cosiddette teste di cuoio), dato che l'obiettivo del governo è quello di catturare Koulibaly senza permettergli di causare ulteriori danni.
Grande paura tra le file dei cittadini francesi, chiusi dentro casa in quello che sembra l'inizio di una vera e propria guerra.
Si, perché se da una parte abbiamo l'Isis che fra Siria ed Iraq minaccia di cancellare dalla faccia della Terra tutto quel che riguarda il cristianesimo e di puntare addirittura a San Pietro e quindi al Papa, dall'altra il pensiero dell'Europa tutta va agli anni che segnarono l'inizio della Prima Guerra Mondiale, cominciata, fra l'altro, esattamente un secolo fa (1915-18). Se è vero, quindi, che la storia è ciclica e si ripete, quello che sta accadendo in queste ore rappresenta probabilmente il prologo di un conflitto fra l'Occidente e l'estremismo mediorientale, destinato a accendersi da un momento all'altro con conseguenze a dir poco catastrofiche per il Vecchio Continente.
Non per la crisi economica, però, che (la storia insegna) è un fattore imprescindibile per dare il via alle guerre e scomparire successivamente per far posto ad una nuova rinascita economico-sociale. Teorie, queste, che ogni grande storico conflitto ha pienamente mostrato ma che ci si augura possano non essere confermate dall'attuale situazione a cui stiamo assistendo.