Il caso relativo al delitto della povera
Elena Ceste è ormai vicinissimo alla soluzione tanto più che la difesa di
Michele Buoninconti si fa sempre più fragile, giorno dopo giorno: fragile, a tal punto, che
è proprio lui stesso ad affondare nelle 'sabbie mobili' della colpevolezza. Mentre i suoi avvocati cercano di difendere la posizione del loro assistito, continuando a sostenere la tesi 'suicidaria', i giudici del Riesame sono, invece, sempre più convinti che
Michele Buoninconti sia il responsabile dell'assassinio della moglie, seppur non venga più presa in considerazione la 'premeditazione' del gesto.
Elena Ceste, il cancello fa crollare la teoria della difesa di Michele Buoninconti?
Un nuovo elemento chiave che potrebbe ulteriormente aggravare la posizione del quarantaquattrenne vigile del fuoco è rappresentato dal
cancello. Infatti, secondo una dichiarazione del
Buoninconti raccolta l'11 aprile 2014, quella mattina
Elena Ceste non era in possesso delle chiavi: quella tragica mattina del 21 gennaio, infatti, l'uomo si era fatto consegnare il mazzo di chiavi di Elena con il
telecomando del cancello, visto che il suo non funzionava. Come mai questo dettaglio è così importante? Semplice. Se
Elena Ceste avesse voluto 'scappare' di casa, avrebbe dovuto scendere al primo piano e schiacciare il pulsante di apertura del cancello per uscire: l'operazione sarebbe stata al quanto problematica, perchè la donna aveva subìto recentemente un'operazione alla gamba che le impediva di muoversi con sufficiente velocità; in pratica, non avrebbe avuto il tempo necessario per aprire il cancello dal pulsante dentro casa e uscire dal cortile prima che il
cancello stesso si richiudesse, per di più considerando che Elena lo avrebbe dovuto fare senza l'importantissimo ausilio degli occhiali.
Un'altra 'chiave': gli occhiali non erano quelli indossati abitualmente da Elena Ceste
A proposito di occhiali: come mai
Buoninconti ha consegnato, inizialmente, ai carabinieri un paio di occhiali che la moglie non usava più da tempo e, solo successivamente, quelli che, invece, stava indossando nell'ultimo periodo della sua vita?
La giustificazione del vigile del fuoco è stata piuttosto originale e soprattutto 'debole': 'Ero molto arrabbiato con loro'. Proprio questo tipo di affermazioni non fanno altro che giustificare i tentativi del Buoninconti di allontanare i sospetti mossi nei suoi confronti, finendo, però, con il contraddirsi, aggravando la propria posizione di indiziato. Il caso legato al
delitto di Elena Ceste sembra ormai giunto al suo epilogo.