Getta migliaia di agricoltori nel panico l'affrettata decisione del ministero dell'agricoltura francese di bloccare tutte le importazioni di vegetali dalla Puglia. La lista delle specie bandite oltralpe conta ben 102 specie vegetali: dall'ulivo al fico, dal mandorlo alla vite, oltre a numerose piante aromatiche e ornamentali, non potranno essere più esportate dalla Puglia alla Francia. La ragione del decreto parigino va ricercata nella moria di ulivi che sta mettendo in ginocchio la regione. Il killer che colpisce gli oliveti è un batterio chiamato Xylella fastidiosa, appartenente alla famiglia delle Xanthomonadaceae, giunta dal Costa Rica molto probabilmente attraverso una pianta già infetta.
Il parassita si trasmette grazie ad insetti vettori: nel nostro caso specifico si tratta della Philaenus spumarius, insetto rincote meglio noto come sputacchina. Nonostante il batterio sia conosciuto da tempo, non esistono soluzioni efficaci per prevenire i suoi attacchi.
Al momento l'unica strategia praticabile - spiega il dottor Donato Boscia del CNR di Bari - prevede l'abbattimento delle piante infette parallelamente a misure contenitive sugli insetti che diffondono il parassita quali la terapia insetticida.
Il blocco dell'export dalla Puglia e le sue ripercussioni
La pericolosa diffusione del batterio aveva già messo in allarme gli agricoltori: considerando che l'economia agricola pugliese si regge essenzialmente sulle coltivazioni di ulivi, l'abbattimento degli alberi infetti comporterà un grave calo della produzione di olio.
Ma la notizia dell'embargo francese, oltre al grave danno d'immagine, rischia di affossare l'economia dell'intera regione con ovvie ripercussioni sull'economia nazionale. Per non parlare degli ingiustificati allarmismi e le possibili reazioni a catena degli altri stati membri dell'Ue quali Spagna, Portogallo e Grecia. È questa l'opinione di Coldiretti che richiede "l'immediato intervento nei confronti delle autorità francesi e comunitarie". Secondo la commissione europea, invece, si tratterebbe di una decisione legittima, "in linea con la legislazione Ue" la quale prevede che "in caso di pericolo imminente uno stato membro può immediatamente prendere misure ulteriori contro le importazioni da paesi terzi come ha fatto la Francia".
Non è dello stesso avviso Dino Scanavino, il presidente della Cia (Confederazione italiana agricoltori), per cui "l'embargo della Francia su 102 specie vegetali a rischio Xylella rappresenta una minaccia reale per l'economia pugliese e, più in generale, per l'immagine dell'agricoltura italiana". Ricordandoci che l'export delle specie bandite dalla Puglia verso Parigi rappresenta il 14% del totale nazionale, Scanavino aggiunge che tale decisione, al limite delle regole comunitarie, "rischia di innescare un pericoloso effetto domino che andrebbe ad aggravare una situazione già di per sé difficile". Sulla stessa lunghezza d'onda il nostro ministro per l'Agricoltura Maurizio Martina: le decisioni unilaterali non aiutano nessuno nella comunità europea e dichiara la scelta "totalmente inopportuna perché, come è stato detto bene anche sul piano tecnico-scientifico, siamo di fronte a un caso che l'Europa tutta deve trattare e deve trattare in maniera coordinata".
Intanto fa discutere la proposta della leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni, che suggerisce di ripagare la Francia con la stessa moneta invitando tutti gli italiani solidali con la Puglia a boicottare i prodotti francesi.