Viene subito da chiedersi: cosa ci si può aspettare, oltre a questo, da uno Stato che spia i presidenti di un Paese amico e alleato?
L'agenzia americana National Security Agency (NSA) ha regolarmente spiato gli ultimi tre presidenti francesi, che si sono succeduti al potere dal 2006 a oggi. Lo hanno dimostrato, rendendo noti alcuni documenti inconfutabili, l'organizzazione Wikileaks, il quotidiano francese Libération e il giornale online Mediapart.
Gli Stati Uniti, quindi, hanno svolto attività di spionaggio nei confronti dei presidenti francesi: Jacques Chirac (1995-2007); Nicolas Sarkozy (2007-2012) e Francois Hollande da maggio 2012.
Attività spionistica a 360 gradi
La NSA non spiava solo le massime cariche politiche in Francia, bensì anche ministri, alti funzionari dello Stato, parlamentari e diplomatici francesi. Hollande ha convocato per oggi 24 giugno il Consiglio Nazionale di Difesa per valutare la portata delle informazioni diffuse dalla stampa. Le relazioni pubblicate fanno emergere un quadro tutt'altro che marginale, sembra chiaro che gli americani si sono "intrufolati" nelle vite personali e politiche di molti funzionari, ma sotto spionaggio vi erano anche gli ambasciatori francesi a Washington.
Anche se il contenuto delle conversazioni, monitorate dalla NSA, non fanno emergere grandi sorprese, appare subito evidente la ricchezza di informazioni sulle più alte istituzioni dello Stato francese a cui i servizi segreti americani hanno avuto accesso. I documenti pubblicati riassumono le discussioni dei membri del governo francese, ai vari livelli, su temi rilevanti come la crisi finanziaria internazionale o il debito greco, il futuro della UE, le relazioni tra Hollande e Angela Merkel (anch'essa spiata a sua volta dalla stessa NSA), le influenze francesi all'ONU, il coinvolgimento nella vicenda libica e palestinese e molto altro ancora.
Non solo Francia, veniva spiata anche la Germania
L'ex presidente Nicolas Sarkozy ha denunciato "i metodi inaccettabili utilizzati dall'America nei confronti di alcuni importanti Paesi alleati". Ma la sorveglianza della NSA non si è limitata ai capi di Stato e agli alti funzionari francesi, a costoro si devono aggiungere il cancelliere Angela Merkel e gli altri membri del governo tedesco, anch'essi hanno subito per anni il "monitoraggio" da parte della NSA. Lo scandalo tedesco è venuto alla luce nel 2013, tra l'altro questa notizia ha provocato l'apertura di un'indagine ufficiale in Germania e sta creando non pochi problemi alla stessa Merkel. Tuttavia, a differenza del caso tedesco, l'attività di spionaggio verso la Francia dimostra che gli Stati Uniti hanno controllato migliaia di telefonate di ministri e dirigenti francesi non solo per motivi politici o diplomatici, ma anche economici.
Sul sito di Wikileaks, il fondatore Julian Assange ha annunciato ulteriori rivelazioni nel prossimo futuro, precisando che: "Il popolo francese ha il diritto di sapere che il loro governo e i loro rappresentanti sono soggetti a una sorveglianza ostile da parte di un alleato".
La giustificazione della Casa Bianca
La Casa Bianca, che ha recentemente varato una legge che limita i poteri della NSA, ha subito voluto precisare che: "Gli Stati Uniti sono amici e alleati della Francia e del suo presidente Hollande, con lui abbiamo sempre lavorato a stretto contatto e i francesi sono per noi partner indispensabili". Un po' scarna come giustificazione, per lo più altamente diplomatica e che poco o niente chiarisce sulle responsabilità americane. Alla luce di quanto emerso, forse servirebbe chiedersi se anche gli USA, per l'Europa, sono da considerarsi "partner indispensabili".