Il 24 maggio scorso si è celebrato il centesimo anniversario dell'intervento dell'Italia nel primo conflitto mondiale della storia.

Ciò avvenne circa un anno dopo lo scoppio della guerra (che iniziò il 28 luglio 1914), perché l'Italia mantenne la neutralità a causa di una mutata situazione negli equilibri delle alleanze europee.

Le ragioni dell'intervento tardivo

Dalla fine dell'Ottocento l'Italia si era avvicinata alla Germania in seguito a degli attriti con la Francia; questa vicinanza con i tedeschi portò, nel 1882, alla stipulazione di un patto anche con l'Austria-Ungheria, la cosiddetta Triplice Alleanza.

L'alleanza con gli austriaci comportò però la rinuncia alle aspirazioni su Trento e Trieste, e ciò suscitò un aspro malcontento in gran parte dell'opinione pubblica, rinvigorendo l'"irredentismo" di coloro che sognavano il ricongiungimento con quelle terre italiane.

Quindi, nel 1914 pochi italiani erano favorevoli a combattere a fianco di austriaci e tedeschi, mentre, tra chi la pensava diversamente, vi erano i "neutralisti", che miravano ovviamente alla neutralità, e gli "interventisti", che spingevano per un intervento a fianco dell'Intesa, e cioè appoggiando Francia, Inghilterra e Russia.

L'Italia poté non intervenire nel 1914 grazie al fatto che gli accordi con Germania e Austria-Ungheria la obbligavano ad attivarsi solo nel caso in cui queste potenze fossero state aggredite, e ciò non era avvenuto.

L'intervento e l'esito del conflitto

Il 26 aprile del 1915, dopo aver ricevuto pressioni e promesse da entrambi gli schieramenti, l'Italia stipulò con l'Intesa il Patto di Londra, che comportava il suo intervento contro l'Austria-Ungheria.

In premio, a conflitto vinto, l'Italia avrebbe ottenuto Trento, Trieste, l'Istria, la Dalmazia e altri piccoli territori.

Il 24 maggio 1915, gravato già da pesanti carenze di armamenti e organizzative, in seguito anche ad una mobilitazione affrettata e incompleta, il Regio Esercito Italiano, comandato dal generale Cadorna, entrò in guerra sul Carso e in tutto il nord-est dell'Italia contro l'Austria-Ungheria.

Seguirono tre anni e mezzo di feroce guerra di trincea, con alterne vicende (da citare la disfatta del Regio Esercito a Caporetto il 24 ottobre 1917) che porteranno però alla vittoria finale degli italiani il 3 novembre 1918 (con la battaglia di Vittorio Veneto) e all'armistizio di Villa Giusti.