Il figlio di Martina Levato, la ragazza che ha bruciato con l’acido l’ex ragazzo, è uscito dalla clinica Mangiagalli di Milano e sarà portato in una comunità protetta. La neomamma, invece, tornerà in carcere. La decisione della separazione è stata presa dai giudici minorili del Tribunale di Milano. Comunque la mamma potrà continuare a vedere il bambino. È stata rigettata l’istanza presentata dai legali di Martina Levato per il trasferimento di entrambi in una struttura alternativa.
La notizia non è stata presa bene dalla ragazza la quale, appena venuta a conoscenza della decisione dei giudici, è scoppiata a piangere.
Anche se, come il padre Alexander Boettcher e i nonni, la madre avrà la possibilità di vederlo ogni tanto.
Martina Levato non potrà occuparsi del figlio
Il Tribunale ha emesso questa sentenza a seguito delle gravi azioni compiute da entrambi i genitori del piccolo. Oltre al grave caso di aggressione contro Pietro Barbini, a cui è stato gettato l’acido sul viso procurandogli gravi danni alvolto e all'occhio, i ragazzi hanno compiuto altri blitz con l’acido dimostrando, da parte di MartinaLevato un’assenza di pensiero e di sentimento verso il futuro figlio che portava in grembo ed una prevalenza di atteggiamenti volti alla dimensione aggressiva e vendicativa. A seguito dei risultati della perizia psichiatrica è stata emessa la sentenza, ritenendo Martina Levato incapace di occuparsi del figlio.
Inoltre, i magistrati elencano una serie di valutazioni preoccupanti della personalità di entrambi i genitori: Alexander ha una “componente sadica”, mentre Martina una “mancanza di empatia” che si è manifestata anche durante la gravidanza come, ad esempio, l’incapacità di immedesimarsi ed assumere un atteggiamento di tutela nei confronti del bambino che ora si trova in una struttura protetta.
Ricordo che la ragazza è in carcere a seguito dell'aggressione con l'acido nei confronti di Pietro Barbini, avvenuta il 28 dicembre 2014. Attualmente, il ragazzo riporta gravilesioni permanenti e deve portare una maschera rigenerativa per 18 ore al giorno e subire ancora altri interventi senza, però, ritornare allo stato fisico e di salute precedente all'aggressione.