Dopo la nascita, per il piccolo si erano profilate tre possibilità: rimanere con la madre, e di conseguenza essere trasferito in un'Icam, essere affidato ai nonni materni o, in alternativa, essere adottato. Alla madre, dopo dodici ore di travaglio, era stato negato ogni tipo di contatto fisico. Alla fine quel contatto c'è stato e non una, ma due volte. Martina Levato, quindi, è riuscita a vedere il figlio ma non potrà allattarlo. Dopo le polemiche, che hanno riempito i telegiornali e diviso l'opinione pubblica, alla Levato è stata concessa, grazie a una disposizione 'urgente e transitoria' del Tribunale per i minorenni, una visita al giorno, sempre in presenza di un assistente socio-sanitario.

La Levato si sarebbe rivolta anche a Don Mazzi, che ha messo a disposizione una delle sue strutture per far incontrare madre e figlio.

Boettcher: 'Fatemi vedere mio figlio'

Alla felicità della Levato per aver abbracciato il figlio si affianca però il dolore del padre, Alexander Boettcher, che non ha potuto riconoscere il figlio. L'uomo ha presentato istanza non solo ai giudici della sezione che hanno già condannato in primo grado lui e la Levato a 14 anni di reclusione per aver gettato dell'acido in faccia a Pietro Barbini; ma anche ai giudici dell'undicesima sezione del tribunale di Milano, che dovranno giudicarlo in merito ad altri casi. Boettcher aveva anche chiesto di poter assistere al parto, richiesta poi rigettata dai giudici.

La Levato avrebbe già indicato Boettcher come padre del bambino, cosa che avrebbe annullato la visita del messo del Comune di Milano a San Vittore, dov'è detenuto il broker.

Quale futuro per il neonato?

'Inadeguatezza totale e irreversibile': questa la motivazione con cui il pubblico ministero minorile di Milano, Annamaria Fiorillo, ha allontanato il neonato dalla cosiddetta 'coppia dell'acido'.

Per l'avvocato della Levato, Stefano De Cesare, resta valido il provvedimento che prevede il trasferimento della donna all'Icam, ovvero l'istituto di custodia attenuata per madri con figli. Ma la situazione non è chiara poiché non si esclude che la Levato possa tornare in carcere. Una delle poche certezze, al momento, è l'apertura del procedimento di adottabilità del piccolo.

Un controverso caso mediatico

E' su questo punto che si è scatenata una polemica che è arrivata a rivangare anche vecchi casi di cronaca nera: primo su tutti il caso di Cogne. In molti credono che il bene del bambino sia strettamente legato alla distanza dalla madre mentre altri vedono in questa distanza una cosa 'forzata' se non un abuso. Insomma, il caso è finito sulla bocca di tutti complici le numerose dichiarazioni che hanno invaso i media e, non per ultima, la visita del pm titolare delle indagini al piccolo con tanto di dono (un paio di scarpine). Comportamenti definiti 'inopportuni' anche dalla Camera penale.

Tra le argomentazioni di chi condanna la separazione del figlio dalla madre, come avevamo accennato prima, il caso di annamaria franzoni, che ha avuto un figlio a un anno dalla tragica morte del secondogenito Samuele. La donna, condannata a 16 anni per l'omicidio del figlio, sta scontando la sua pena ai domiciliari, dopo aver trascorso sei anni in prigione.