Da poco si sono spenti i riflettori sui funerali di Casamonica che già è riesploso un altro caso mediatico. Da giorni, per le vie di Catania, e in particolare lungo le strade di Giarre, dove risiede la famiglia Rapisarda, sono comparsi dei maxi manifesti che pubblicizzano il battesimo dell'ultimo nato, Antonio Felice. A destare clamore è stato non tanto la pubblicazione ufficiale della cerimonia, ma la frase che accompagna il manifesto: "Questa creatura meravigliosa è...cosa nostra".

Un altro caso Casamonica 

Catania come Roma. Da una parte c'è un battesimo, dall'altra un funerale, nel mezzo presunte famiglie appartenenti a clan mafiosi. All'inizio si è pensato che il caso Casamonica fosse un fatto isolato, invece la storia si ripete. La famiglia Rapisarda, per annunciare il battesimo del terzo figlio, ha fatto appendere dei manifesti sei metri per tre. Il questore di Catania, per evitare di nuovo una bomba mediatica, ha dato disposizione di rimuovere gli annunci pubblicitari.

Festa annullata, nessuna offesa verso le istituzioni

Dopo la rimozione dei manifesti, la famiglia Rapisarda ha annullato la festa che doveva svolgersi il 20 settembre sera.

Con un comunicato presentato all'agenzia Agi, il padre del bambino ha fatto sapere che in quello che è stato compiuto non c'è nulla di male, tanto meno la volontà di attaccare le istituzioni. Nella sua famiglia è abitudine programmare feste sfarzose, lo hanno fatto anche con i precedenti figli. Questa volta, però, secondo il parere espresso dall'opinione pubblica, è stata calcata un po' di più la mano, perché sul manifesto, oltre a comparire i volti degli animatori, c'è anche l'immagine del piccolo Antonio Felice, con una coppola in testa.

Come è scoppiata la bomba mediatica 

Se gli zingari a Roma hanno appeso la foto extralarge di Vittorio Casamonica all'entrata della chiesa, a Catania hanno appeso addirittura i manifesti.

Nessuno avrebbe saputo niente se Matteo Iannitti non avesse postato sul suo profilo Facebook l'annuncio incriminato. Il web è insorto e i commenti non sono mancati. A Roma ha suscitato molta indignazione l'estraneità dei fatti da parte dell'autorità, soprattutto per l'elicottero che ha sorvolato i cieli della capitale senza che nessuno sapesse niente. A Catania, a infastidire la gente, è stato l'uso inappropriato dell'immagine di un bambino per lanciare un messaggio alquanto ambiguo. Ma i bambini non andrebbero tutelati?