La casa di moda Hugo Bossè stata condannata a pagare 1,2 milioni di sterline (1,6 milioni di euro), in quanto ritenuta responsabile della morte di un bambino, nel 2013. I fatti: il negozio è il pop-up store di Hugo Boss a Bicester Village, nell’Oxfordshire (GB) ed il bambino Austen Harrison era lì con i suoi genitori, Simon ed Irina Harrison. Il padre è entrato in un camerino, per provare un abito, il figlio lo ha voluto seguire e, durante tale prova, il bimbo si è appoggiato allo specchio, che si è subito staccato dalla parete e lo ha investito.
Schiacciato dallo specchio di fronte al papà
La cornice e lo specchio sono risultati pesare ben 114 kg: il piccolo Austen è rimasto esaminea terra, colpito alla testa. Le sue condizioni sono apparse subito gravissime, la prognosi si è dimostrata la peggiore: “danni irreversibili al cervello” ed il bambino è morto quattro giorni dopo. La griffe è stata pesantemente condannata e multata per violazione delle norme di sicurezza sui luoghi di lavoro e le indagini hanno subito dimostrato la responsabilità nell'accaduto. La conclusione del coroner Darren Salter, durante il processo durato un anno, è stata quella che lo specchio era mal fissato da tempo e che il suo crollo sarebbe potuto avvenire in qualsiasi momento.
Altri accertamenti hanno dimostrato che, in Hugo Boss, i controlli di sicurezza dello store venivano sistematicamente disattesi.
I periti: doveva essere agganciato alla parete
I periti hanno inoltre dimostrato che la parete di sostegno del camerino non avrebbe mai potuto reggere uno specchio di quelle dimensioni e di quel peso, ma non è tutto: la pesante cornice non era agganciata a nulla, ma era semplicemente appoggiata.
Il giudice Peter Ross, che ha firmato la sentenza di condanna e le relative sanzioni, ha dichiarato che un occhio esperto avrebbe potuto facilmente rilevare il pericolo e che è stato un miracolo che la tragedia non sia avvenuta prima, stanti le evidenti condizioni di precario equilibrio dello specchio. Da parte sua, Hugo Boss ha subito ammesso le proprie responsabilità, pagando un indennizzo diretto alla famiglia del bambino. All'indomani stesso dell'accaduto, un portavoce della griffe ha dichiarato che “le conseguenze della propria negligente installazione dello specchio sono state terribili”.