Bashar al-Assad difensore della cristianità in Siria? Di fatto l'attuale presidente è di fede alauita, dunque musulmano sciita. Ma nel suo Paese non ci sono mai state discriminazioni religiose, tranne ovviamente in quelle zone che attualmente sono sotto il controllo dello Stato Islamico e che tanto l'esercito regolare siriano con l'appoggio della Russia, quanto la coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti stanno gradualmente cercando di riconquistare. In Siria però vige ancora un embargo nei confronti del governo di Assad. Si tratta delle sanzioni economiche decise nel 2011, quando il rais si rese colpevole, secondo l'Unione Europea, di aver represso con la forza la nascente "Primavera siriana".

Lo scorso 15 maggio è stata promossa un'iniziativa a livello globale, naturalmente tramite il web sulla piattaforma Change.org. La petizione online porta la firma di tutte le autorità cristiane della Siria. Il Consiglio dell'UE si pronuncerà a breve sulla revoca o meno di dette sanzioni, l'appello dei religiosi siriani di fede cristiana è ovviamente indirizzato alla prima soluzione.

L'embargo favorisce lo Stato Islamico

Che il binomio Assad-Putin si stia rivelando una delle poche carte vincenti, finora, nella guerra all'Isis è un dato di fatto. Sull'altro fronte c'è una "strana" coalizione dove l'unica forza veramente attiva sul campo è costituita dai miliziani curdi i quali, a loro volta, devono guardarsi le spalle dalla Turchia di Erdogan che, pur alleata degli Stati Uniti, non perde occasione di bombardare gli "storici" nemici.

Fanno parte di questa surreale alleanza anche Arabia Saudita e Qatar, i Paesi da cui probabilmente arrivano sottobanco armi e finanziamenti allo Stato Islamico. L'imbarazzo del governo di Washington, che regge le fila di tale "teatrino dell'assurdo" e gli fornisce supporto militare e logistico, è palese. Paradossalmente merita maggior fiducia lo sforzo di Assad che ha reale interesse a combattere una minaccia che ha invaso il suo territorio.

Ma gli anni di guerra civile e le sanzioni economiche hanno certamente indebolito la Siria che è riuscita ad ottenere successi significativi contro le milizie jihadiste soltanto grazie all'intervento russo. Da qui la richiesta dei religiosi, diretta ai governi dell'UE, di sospendere l'embargo perchè "colpisce la Siria favorendo gli islamisti radicali".

Se Assad cade è la fine della cristianità in Siria?

Tra i religiosi cristiani che hanno sottoscritto la petizione ci sono Abu Khazen, Jean-Clement Jeanbart e Joseph Tobji, rispettivamente vicario apostolico, arcivescovo greco-cattolico ed arcivescovo maronita di Aleppo. E poi, ancora, Mtainos Haddad, autorità della chiesa cattolica melchita, Pier Battista Pizzaballa, ex custode di Terra Santa, e Ignace Youssef Younan, patriarca di Antiochia. "Cinque anni di sanzioni hanno distrutto la società siriana ed hanno favorito l'attivismo delle milizie integraliste e terroriste che colpiscono anche in Europa". Nel documento si sottolinea inoltre "l'inspiegabile decisione di rimuovere l'embargo economico in quelle aree controllate dall'opposizione ma anche dalle forze jihadiste, con lo scopo di fornire risorse economiche alle cosiddette forze rivoluzionarie".

In realtà il peso di quanto deciso dall'UE sarebbe caduto per intero sulle spalle del popolo siriano. Quello che le autorità cristiane siriane paventano è la caduta di Assad che porterebbe il Paese sotto il controllo dell'integralismo islamista. Ciò segnerebbe la fine per la minoranza cristiana. La richiesta di sospendere le attuali sanzioni è la richiesta di non colpire ulteriormente il governo siriano, impegnato in una lotta contro lo Stato Islamico che è anche la lotta delle nazioni occidentali. Quando l'Isis sarà sconfitto, sarà il popolo della Siria a decidere sul suo futuro, con o senza Assad. Riteniamo sia una visione assolutamente condivisibile.